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CIDA: “IL LAVORO VA RIPAGATO CON DIGNITA’. I SALARI TROPPO BASSI METTONO A RISCHIO IL FUTURO DELL’ITALIA”
Roma, 30 aprile 2025. “Il lavoro non è un costo da contenere, è il capitale più prezioso su cui costruire il futuro. Le parole del Presidente della Repubblica ci ricordano che senza giusta remunerazione non può esserci né crescita né coesione sociale.” Lo afferma Stefano Cuzzilla, presidente di CIDA, rilanciando l’allarme sul tema dei salari bassi, che sta colpendo in particolare il ceto medio e le nuove generazioni.
“Chi investe in studio, impegno e competenze – prosegue – si trova troppo spesso in un sistema che fatica a valorizzare il merito. È una frattura profonda, che rischia di spezzare il patto tra le generazioni. Se i giovani non credono più che lavorare serva a costruire un futuro, l’Italia perde capitale umano, credibilità e fiducia.”
CIDA richiama anche le cause strutturali che aggravano il problema: tessuto produttivo troppo frammentato, investimenti insufficienti in innovazione e formazione, pressione fiscale elevata, con addizionali regionali e comunali che penalizzano proprio chi lavora regolarmente e contribuisce.
“In questo scenario – aggiunge Cuzzilla – si alimenta un clima di sfiducia generale. Si accetta che chi evade venga premiato, mentre chi rispetta le regole resta schiacciato. Così si genera ingiustizia, e si disincentiva proprio il lavoro qualificato di cui il Paese ha più bisogno.”
Preoccupa anche l’equilibrio del sistema previdenziale: per la prima volta, le pensioni assistenziali hanno superato quelle contributive. “Un segnale da non sottovalutare – avverte – che finisce per colpire chi ha sempre sostenuto il sistema con responsabilità.”
Alla vigilia del 1° maggio per il Presidente CIDA è necessario sottolineare che l’unico lavoro da sostenere è quello di qualità. “Difendere il valore del lavoro, del merito e del rispetto delle regole – conclude – non è una battaglia ideologica: è l’unico modo per tenere in piedi l’Italia che lavora, produce e forma futuro.”
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO-FESMED (medici del SSN), Sindirettivo Banca Centrale (dirigenza Banca d’Italia e Ivass), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore (sanità religiosa), FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob)
Anaao Assomed e Cimo-Fesmed: «Avviare subito trattative, non possiamo aspettare la conclusione del CCNL del comparto»
«Accorpamento CCNL 2022-2024 e 2025-2027 sarebbe storico»
Roma, 29 aprile 2025 – L’incontro in Aran di questa mattina per il rinnovo del contratto del comparto sanità conferma lo stallo dei mesi scorsi, lasciando in ostaggio medici e dirigenti sanitari che ancora attendono la pubblicazione dell’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il CCNL 2022-2024, dunque già ampiamente scaduto. Intanto, la prossima settimana si inizierà a discutere del contratto dei dirigenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici e la settimana successiva verranno definite le aree e i comparti per il 2025-2027, confronto propedeutico all’avvio delle contrattazioni per il nuovo triennio.
«Vorremmo conoscere le ragioni per le quali si continua a rimandare sine die la pubblicazione dell’atto di indirizzo del contratto dei medici e dei dirigenti sanitari – dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario di Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed -. Inoltre, è inaccettabile dover aspettare la conclusione del contratto del comparto per poter iniziare a discutere di quello dei medici: se sindacati del comperato e Aran non trovano un accordo continueremo ad attendere? Chiediamo a 140mila medici e dirigenti sanitari di aspettare pazientemente il loro turno per poter vedere i dovuti aumenti in busta paga? È vero che parte delle risorse economiche attese dal rinnovo contrattuale è stata anticipata, ma l’incremento stipendiale conseguente è stato in gran parte neutralizzato, sia dalla crescita della pressione fiscale che dall'aumento dell'addizionale IRPEF deciso da quasi tutte le Regioni, visto che il finanziamento del sistema sanitario rimane al di sotto delle necessità, per quanto etichettato come “storico”. Il ritardo del rinnovo contrattuale riduce significativamente il potere d'acquisto dei dirigenti medici e sanitari, che già ha registrato un calo del 6,2% nel periodo 2015-2022, consolidandone la collocazione agli ultimi posti in Europa, e peggiora ulteriormente condizioni di lavoro proibitive che ne riducono la attrattività.
E intanto continuiamo ad assistere alla quotidiana emorragia di personale dagli ospedali pubblici, di medici stanchi di essere trattati e considerati in questo modo».
«Non solo non siamo disponibili ad aspettare, ma anzi chiediamo di fare un ulteriore passo avanti accorpando i trienni contrattuali 2022-2024 e 2025-2027, in modo da garantire ai colleghi adeguamenti retributivi accettabili e bloccare questa intollerabile tradizione di firmare solo contratti già scaduti. Una volta definite le aree e i comparti per il triennio 2025-2027, non ci risultano ostacoli all’adozione di una decisione che sarebbe storica, e che darebbe il giusto valore a chi, ogni giorno, tutela la salute del Paese assicurando più di 2 milioni di prestazioni gratuite al giorno», concludono Di Silverio e Quici.
Quici (CIMO-FESMED): «L’atto medico non si tocca»
Sparita, dal testo approvato dal Senato, la competenza esclusiva dei medici su diagnosi, prognosi e terapia
Roma, 16 aprile 2025 – «Dal primo periodo del testo del Ddl Prestazioni sanitarie, approvato ieri dal Senato e in attesa ora dell’esame della Camera, sono magicamente sparite tre parole: se il testo originale infatti parlava di diagnosi, prognosi e terapia che competono “in maniera esclusiva” al medico, tale precisazione è sparita dall’ultima versione, in cui si legge che al medico “competono la diagnosi, la prognosi e la terapia in merito alla specifica situazione clinica”. Come se fosse necessario specificare che il medico si occupa di diagnosi, prognosi e terapia: cos’altro dovrebbe fare?» si chiede Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED, che riunisce le sigle ANPO, ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED.
«L’emendamento che ha modificato il testo, presentato dalla senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Affari sociali, è stato anche accompagnato da un roboante comunicato stampa, con il quale si evidenziava la volontà di “estendere l’atto medico a tutti i professionisti sanitari”» aggiunge Quici.
«Lungi da noi non riconoscere le competenze e l’importanza dei professionisti sanitari, che ricoprono un ruolo essenziale per l’assistenza dei pazienti ed il corretto funzionamento del Servizio sanitario nazionale – specifica Quici -; ma se i percorsi formativi di medici e altri professionisti sanitari sono tanto diversi, è perché il ruolo e la responsabilità di ciascuno sono nettamente diversi, e non è possibile uniformarli per legge».
«Uniformare le professioni sanitarie verso la diagnosi e la terapia serve solo ad aumentare quell’anarchia che oggi vige in numerosi settori della sanità: non risolve senz’altro la carenza di personale, non consente di chiarire chi debba fare cosa e, soprattutto, mette a repentaglio la sicurezza delle cure».
«Inoltre, dal Ddl emerge con forza la volontà di non assumere personale: da una parte si sottolinea l’intenzione di “contrastare il fenomeno dei gettonisti”, dall’altra si propongono contratti di collaborazione coordinata e continuativa e si prevede la possibilità di avvalersi degli specialisti ambulatoriali per abbattere le liste d’attesa, pagandoli 100 euro l’ora. Nemmeno una parola relativa a concorsi a tempo indeterminato o assunzioni stabili, ovvero ciò che è realmente e giustamente atteso dai giovani e che consente di abbattere le liste d’attesa. Assunzioni, lo ricordiamo, che continuano ad essere ostacolate da un tetto alla spesa per il personale sanitario ultraventennale, la cui rimozione è stata più volte e da più parti promessa, ma mai effettuata».
«Così facendo si somma esclusivamente precarietà a precarietà, confusione a confusione. È questo il Servizio sanitario nazionale che vogliamo per il futuro?», conclude Quici.
FP CIDA e CIMO-FESMED al Ministro Zangrillo: "Accorpare i rinnovi 2022-2024 e 2025-2027. Serve una svolta per i dirigenti pubblici"
La Federazione della Funzione Pubblica (FPCIDA) e il sindacato dei medici dipendenti del SSN: ritardi insostenibili nella contrattazione. Perdite fino a 600 euro al mese, stanziamenti ancora insufficienti
Roma, 14-04-2025 – “Occorre una svolta netta per ridare credibilità alla contrattazione pubblica”. È quanto hanno scritto la Federazione della Funzione Pubblica dei dirigenti, professionisti e delle alte professionalità e la Federazione CIMO-FESMED, aderenti a CIDA, in una lettera indirizzata al Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in cui si propone di accorpare in un'unica tornata i rinnovi contrattuali dei trienni 2022/2024 e 2025/2027.
La richiesta nasce dalla constatazione di un blocco sostanziale: a oggi, risulta firmato solo il CCNL 2022/24 del comparto Funzioni Centrali. Tutti gli altri comparti sono fermi o in forte ritardo, mentre per le aree della dirigenza e delle alte professionalità – rappresentate da FP CIDA – e dei medici – rappresentate da CIMO-FESMED - le trattative non sono nemmeno partite.
Secondo FP CIDA, il mancato rinnovo comporta una perdita economica stimata in circa 400 euro lordi mensili per i funzionari e quasi 600 euro per dirigenti e professionisti pubblici, con effetti diretti sulla tenuta del potere d'acquisto e sulla motivazione del personale. Per quanto riguarda i medici, CIMO-FESMED ha calcolato, per il solo triennio contrattuale 2022-2024, una perdita mensile pari in media a circa 400 euro lordi.
FP CIDA segnala che lo stanziamento complessivo previsto (fonte ARAN) ammonta a 31 miliardi di euro su nove anni: 20 miliardi per i trienni 2022/24 e 2025/27 e 11 miliardi per il 2028/30. Una cifra importante, che rende tecnicamente possibile l'unificazione dei due trienni, anche alla luce delle risorse già previste dalla Legge di Bilancio 2025/2027.
«Accorpare i due trienni significherebbe accelerare i tempi e dare finalmente un segnale di rispetto a chi ogni giorno serve lo Stato» – dichiara Roberto Caruso, Presidente di FP CIDA – «Ma per essere davvero all'altezza della platea coinvolta, oltre 3 milioni di lavoratori pubblici compresi i non contrattualizzati, le risorse vanno necessariamente integrate. Lo stanziamento attuale, pur significativo, non basta a garantire un rinnovo dignitoso e tempestivo dei contratti».
«La fuga dei medici dal Servizio sanitario nazionale rischia di svuotare gli ospedali, e l’unico modo per arrestarla è rendere nuovamente attrattivo il lavoro nelle strutture sanitarie pubbliche – aggiunge Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED -. Per questo è fondamentale intervenire rapidamente migliorando le condizioni di lavoro e aumentando gli stipendi per renderli competitivi con gli altri Paesi europei».
La Federazione della Funzione Pubblica CIDA (FPCIDA) è la Federazione Nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della Funzione Pubblica. E' composta da Associazioni e Unioni Sindacali che coprono le seguenti aree: dirigenti degli organi a rilevanza costituzionale - dirigenti dei Ministeri - dirigenti degli Enti pubblici non economici - dirigenti delle Aziende ad ordinamento autonomo - dirigenti e ricercatori degli Enti di ricerca -dirigenti e alte professionalità degli Istituti Scolastici -dirigenti dell'ENAC - dirigenti della SIAE - quadri delle amministrazioni pubbliche.
La Federazione CIMO-FESMED riunisce le sigle sindacali ANPO, ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED e rappresenta oltre 16mila medici.CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO-FESMED (medici del SSN), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia e Ivass), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA (sanità religiosa), FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob CIDA (dirigenza Consob)
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