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CIMO-FESMED: Bene intervento Ministro Schillaci per medici specializzandi Il presidente Quici: Garantire seria riforma per completamento loro percorso formativo
Roma, 24 aprile 2024 - “Importante intervento del Ministro della Salute Orazio Schillaci nel Decreto PNRR che facilita l’ingresso nel SSN dei medici specializzandi al di fuori della rete formativa. Un successo nei confronti di chi ha tentato di ostacolare l’emendamento per conservare vecchi privilegi ma, soprattutto, un segnale importante contro il fenomeno dei medici a gettoni”. A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED).
“Inizia, adesso, la fase più delicata – prosegue Quici - quella dello sblocco del tetto di spesa sul personale sanitario, provvedimento che necessita di una particolare attenzione soprattutto alla luce delle prime elaborazioni AGENAS. La concreta applicazione sul campo della sperimentazione AGENAS ha già portato a tagli fino al 40% del personale nelle aziende sanitarie in alcune regioni ed è proprio per questo motivo che l’impegno assunto dal Ministro nell’eliminare l’attuale blocco, non deve essere vanificato da provvedimenti peggiorativi dettati da improbabili algoritmi.
“Come Federazione CIMO-FESMED – prosegue il presidente - auspichiamo l’avvio di una seria riforma che non può limitarsi al solo ingresso di medici specializzandi nel SSN, ma deve mirare al completamento della loro formazione sul campo proprio per assicurare loro adeguate garanzie e tutele anche da un punto di vista medico-legale. In questa ottica siamo contrari all’attuale assetto organizzativo delle aziende universitarie miste ed agli accordi tra università e strutture sanitarie pubbliche i cui obiettivi principali si riducono alla occupazione delle direzioni di unità complesse e semplici a danno dei medici dipendenti del SSN, relegando questi ultimi ad attività di tutoraggio non remunerate”.
“Condividiamo, quindi, la proposta ACOI – conclude Guido Quici - sul cosiddetto distretto formativo e sull’ospedale-scuola perché garantisce ai giovani medici quella formazione sul campo che, spesso, manca durante l’intero ciclo formativo universitario. Non ultimo riteniamo anacronistiche le modalità di assunzione del personale medico, perché estremamente burocratizzate e con procedure concorsuali che richiedono tempi particolarmente lunghi. Contrasto al fenomeno dei gettonisti, snellimento delle procedure di assunzione, sblocco del tetto di spesa sul personale sanitario sono il vero segnale, atteso da anni, che esprime la volontà del Ministro di uscire da una palude che dura da troppo tempo”.
Traguardo raggiunto: la petizione “Salviamo il Ceto Medio” si chiude con oltre 52 mila sottoscrizioni!
Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto la nostra causa.
Grazie al vostro contributo, siamo riusciti a raggiungere oltre 52mila firme, una testimonianza concreta dell’importanza e del valore del ceto medio per il tessuto economico e sociale del nostro Paese, driver della nostra economia e parte intraprendente e produttiva che genera PIL, posti di lavoro e crea nuove aziende.
Il successo della nostra petizione è un segnale chiaro dell’insoddisfazione di un’ampia fetta della popolazione, da troppi anni soggetta a ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi e troppo spesso trascurata dalla politica.
In virtù di quell’equità e giustizia sociale alla base di questa iniziativa, porteremo le istanze sottoscritte alle istituzioni competenti per materia, al fine di poter porre le basi per un dialogo collaborativo e promuovere future iniziative a sostegno del ceto medio.
La nostra petizione è stata ripresa dal Sole 24 ore, Repubblica, Rai News, Economy e molte altre testate nazionali e territoriali, giungendo così a larga parte dell’opinione pubblica.
Questo per noi non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso lungimirante e duraturo. Abbiamo messo in campo una serie di iniziative concrete per far emergere la categoria nel dibattito pubblico. Abbiamo già in programma la presentazione ai vertici politici nazionali di un ampio studio condotto in collaborazione con il Censis, per evidenziare il valore del ceto medio e per spiegare in che modo, rilanciandone la condizione economica e sociale, è possibile restituire vigore a sviluppo e coesione sociale del nostro Paese.
Ancora una volta, grazie per il vostro prezioso contributo e per aver dimostrato che insieme possiamo fare la differenza.
PAROLA ALLA DIRETTRICE CIDA TERESA LAVANGA
“La petizione per CIDA ha rappresentato un momento di apertura e partecipazione, dando avvio a un inedito percorso volto a estendere l'ambito di azione confederale. Oggi siamo di fronte agli esiti di un cambiamento profondo, visto che in poco più di una generazione si è passati da una società con diffuse opportunità di benessere per tutti a una dove è necessario difendere quello che ci si è guadagnato lavorando onestamente. Noi di CIDA riteniamo che il rilancio del ceto medio possa realizzarsi solamente puntando sulla valorizzazione del merito. Tuttavia, il merito, come principale guida dei processi economici e sociali, non può affermarsi senza una rinnovata centralità della cultura manageriale e delle figure dei manager nelle aziende pubbliche e private. Su queste fondamenta, continueremo a difendere e sostenere il ceto medio poiché rappresenta un tema di interesse collettivo.
CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO-FESMED (medici del SSN), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia e Ivass), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA (sanità religiosa), FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob CIDA (dirigenza Consob) |
CIMO-FESMED: grave ritardo contratti collettivi 2022-24
Inviata lettera al Comitato di Settore Regioni-Sanità per chiedere atto di indirizzo sul rinnovo
Roma, 16 aprile 2024 - “Stante il grave ritardo nella successione dei contratti collettivi dell’Area Sanità e l’attuale ‘scopertura’ del triennio 2022/2024, che ormai volge al termine, questa Organizzazione Sindacale chiede formalmente di emanare l’atto di indirizzo sul rinnovo del Ccnl 2022-2024 Area Sanità, propedeutico all’avvio della trattativa in sede ARAN”. Lo si legge nella lettera che del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), presieduto da Guido Quici, ha inviato al presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, Marco Alparone. Contestualmente l’organizzazione sindacale CIMO, firmataria del CCNL 2019-21, ha inviato all’Aran disdetta del vigente contratto di lavoro.
“Siamo preoccupati dal fatto che, a seguito di una simulazione sul rinnovo del contratto del comparto e della dirigenza, il fabbisogno del triennio 2022/2024 è superiore ai 2.3 miliardi stanziati con la Legge Finanziaria 2024, senza considerare che nel finanziamento e ricompreso anche il Contratto di lavoro della medicina convenzionata. Inoltre, abbiamo sufficienti indizi che ci portano a ritenere che il rinnovo prossimo del contratto non inizierà prima del 2025”. Ha commentato il presidente Quici.
CIMO-FESMED: Bene sblocco tetto di spesa sul personale sanitario ma garantire stabilità organici
Il presidente Quici: Il Governo dia ampie assicurazioni che i posti vacanti non verranno occupati da precari
Roma, 12 aprile 2024 - “Con il compimento dei primi 20 anni del blocco del tetto di spesa sul personale sanitario si inizia ad intravedere una apertura del Governo dettata da una doppia esigenza: adeguare gli organici aziendali falcidiati dalla grande fuga dagli ospedali e ridurre drasticamente il fenomeno dei gettonisti, e come federazione CIMO-FESMED, aggiungiamo anche il fenomeno dei medici stranieri.
Il primo segnale concreto giunge dal superamento del limite, ad oggi vigente, pari al 50% della spesa sostenuta nel 2009, limite che impediva l’assunzione di medici e professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche attraverso convenzioni o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o di formazione lavoro”. A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED).
“Certamente – prosegue Quici - un primo importante passo che assicura maggiori opportunità ai medici specializzandi, limitando il ricorso ai gettonisti proprio attraverso il parziale superamento del tetto di spesa del 2009. Tuttavia, si corre il rischio di aumentare il precariato allungando ulteriormente i tempi per l’assunzione stabile di medici e sanitari. La vera necessità, quindi, sta nel garantire stabilità agli organici ma il pericolo nasce dal fatto che il richiamo all’art. 11 del DL 35/19 sembra riferirsi al finanziamento statale da ‘spendere’ sulla base degli indirizzi regionali e in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale. Pertanto la sperimentazione AGENAS rappresenta il vero ‘banco di prova’ attraverso cui si potrà finalmente comprendere se il Governo ha intenzione o meno di investire in sanità e nei suoi professionisti”.
“Gli attuali segnali regionali – spiega il presidente CIMO-FESMED - non sono incoraggianti: eccetto l’Emilia Romagna, nessuna regione ha mai superato il tetto di spesa creando un tesoretto di oltre 2 miliardi non speso. Quindi, scarsa volontà di assumere personale per evitare di aumentare la spesa strutturale aggravata dalla adozione, addirittura alcune regioni hanno adottato la metodica sperimentale di AGENAS che, di fatto, ha portato molte aziende ad un ridimensionamento del fabbisogno di personale del 30%-40%. Buona la notizia riguardante gli specializzandi che finalmente avrebbero un inquadramento giuridico più dignitoso, ma soprattutto ottimo l’intervento per ridurre i tempi di attesa attraverso le assunzioni a tempo indeterminato negli enti del Ssn. Intanto, come federazione, attendiamo l’elaborato finale conoscendo perfettamente le attuali criticità più volte contestate e in attesa di una risposta definitiva”.
“In sintesi – conclude il presidente Quici – ‘buona la prima’, se strettamente limitata al vero sbocco del tetto di spesa entro il corrente anno, ma grande attenzione al ‘famigerato’ algoritmo AGENAS che auspichiamo venga elaborato con una visione non involutiva del nostro SSN. Il Governo deve dare ampie assicurazioni che con lo sblocco del tetto di spesa i posti vacanti non verranno occupati da precari”.
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