Scopri i servizi di Cimo
Scopri tutti i servizi che CIMO offre ai suoi associati
Vai alla pagina dei servizi Cimo[/av_tab_item][av_tab_item title="I vostri quesiti" icon="fa-hand-o-up"]
Sottoponi il tuo quesito all’esperto
Il servizio è ad accesso esclusivo per gli iscritti alla CIMO;
la Segreteria Nazionale verificherà l’effettiva iscrizione ed autorizzerà l’invio della risposta al quesito.[/av_tab_item][av_tab_item title="Iscriviti alla CIMO" icon="fa-file"]CIMO Il Sindacato dei Medici – rappresenta i medici, i veterinari e gli odontoiatri in servizio ed in quiescenza.
Scarica subito il modulo per l’iscrizione![/av_tab_item][/av_tabs]
IN EVIDENZA
Sono aperte le candidature per accedere alle strutture universitarie ONAOSI: un’occasione per studiare in un ambiente accogliente, stimolante e ricco di opportunità.
Possono partecipare assistiti e figli di sanitari contribuenti, con accesso agevolato a residenze di qualità in Perugia, Bologna, Milano, Napoli, Padova, Pavia, Messina e Torino: alloggio, spazi studio, tutoraggio e vita comunitaria.
A Perugia è attivo anche il "Collegio di Merito della Sapienza”: un contesto formativo avanzato che unisce studio, cultura, lingue e orientamento al lavoro.
Domande entro il 31 luglio 2025, ore 13:00
Graduatorie entro l’8 agosto 2025
Accettazione entro il 21 agosto 2025
Tutti i bandi su www.onaosi.it
Quici (CIMO-FESMED): «Sanità diventi no fly zone, partiti collaborino. Servono risorse e riforme per salvare SSN»
Il sindacato dei medici: «No a giochini e calcoli politici sulla salute delle persone. Maggioranza e opposizione trovino le risorse necessarie e quindi diano vita ad una costituente per la sanità per riformare il sistema salute»
Roma, 7 luglio 2025 - La sanità diventi per la politica una no fly zone. Un terreno di confronto tra partiti e non di scontro, di collaborazione reale e disinteressata e non di propaganda, che di certo non serve a risolvere la grave crisi del Servizio sanitario nazionale. Questo l’appello che il sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED rivolge a tutta la politica per salvare la sanità pubblica.
«In vista della prossima legge di Bilancio, a cui i partiti stanno senz’altro lavorando alacremente – dichiara Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED -, chiediamo alla maggioranza e all’opposizione di riporre le armi, ammainare le bandierine e lavorare insieme sulla sanità, avendo come unico obiettivo la salute dei pazienti ed il benessere del personale sanitario. Per una volta, vorremmo non assistere al solito copione, che prevede la presentazione della manovra da parte del Governo, audizioni meramente formali, emendamenti puntualmente bocciati e, alla fine, approvazione della Legge con il voto di fiducia».
«I partiti intendono davvero risolvere la crisi del Servizio sanitario nazionale? Bene, lavorino insieme per trovare le risorse sufficienti. Quindi – aggiunge Quici - in un secondo momento occorrerebbe dar vita ad una riforma complessiva del sistema salute. Creare dunque quella costituente per la sanità, che veda una collaborazione non ideologica tra tutte le forze politiche, proposta qualche giorno fa da Sergio Harari sulle colonne del Corriere della Sera. Una proposta subito accolta dal Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che proporrà a tutte le Regioni di costruire insieme un patto di riforma sanitaria».
«Quando si parla della salute delle persone non dovrebbe esserci spazio per giochini e calcoli politici. Siamo sicuri che una tale presa di responsabilità da parte della politica sarebbe estremamente apprezzata anche dall’elettorato, sempre più distante e deluso dai partiti. Sono la scuola e la sanità, infatti, i nodi del nostro Stato sociale più in sofferenza, e su cui i cittadini valutano se un Paese funziona o meno. E non si può aspettare che i problemi, come quello delle liste d’attesa, si risolvano da soli: dopo aver osservato e analizzato le criticità, bisogna intervenire con risorse e riforme. L’attuale quadro geopolitico è estremamente complesso, è vero, ma per salvare il Servizio sanitario nazionale non c’è più tempo. Occorre agire ora, e farlo con consapevolezza e intelligenza - conclude Quici –, nell’interesse esclusivo della salute della popolazione».
Bernini chiede di aumentare i posti. CIMO-FESMED: «Così si crea un esercito di medici disoccupati»
Tra il 2025 ed il 2040 il rapporto tra iscritti e pensionati passerà da 1,5 a 4,9: tra 15 anni potremmo avere 220mila medici senza lavoro o scappati all’estero
Roma, 23 giugno 2025 – Il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini continua a illudere i ragazzi che sognano di diventare medici. Dopo aver parlato di abolizione del numero chiuso, quando in realtà la riforma dell’accesso a Medicina rinvia di solo qualche mese la selezione all’ingresso, causando esclusivamente enormi difficoltà organizzative agli atenei che non sanno come ricevere decine di migliaia di studenti, adesso propone di aumentare di altre 3.000 unità i posti disponibili a Medicina, condannando migliaia di giovani medici al rischio di rimanere disoccupati.
Se, infatti, le università riterranno sufficiente lo stanziamento di 50 milioni per poter garantire uno standard formativo adeguato, gli immatricolati a Medicina nell’anno accademico 2025-2026 saranno poco meno di 24mila. Considerato che al termine dei sei anni di studi in Medicina si laurea mediamente il 94% degli iscritti, secondo i calcoli del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED, nel 2031 avremo almeno 22.435 nuovi medici; camici bianchi che tuttavia non inizieranno immediatamente a lavorare, ma dovranno frequentare anche la scuola di specializzazione che dura, a seconda dell’indirizzo scelto, tra i 3 e i 6 anni. L’ingresso nel Servizio sanitario nazionale di chi inizia a studiare Medicina a settembre è previsto quindi tra il 2034 ed il 2037.
L’aumento dei laureati in Medicina, tuttavia, è in evidente contrasto con la progressiva riduzione di medici che andranno in pensione nei prossimi anni: se infatti nel 2025 i pensionati saranno 14.918, nel 2031, per effetto dell’esaurimento della gobba pensionistica, scenderanno a 8.674, per ridursi a 4.864 nel 2040. Tra il 2025 ed il 2040, dunque, qualora il numero di posti disponibili a Medicina non dovesse diminuire, il rapporto tra iscritti e pensionati passerà da 1,5 a 4,9: tra 15 anni, per ogni medico che andrà in pensione, ci saranno quasi 5 ragazzi che inizieranno a studiare Medicina.
In altre parole, nel 2034, considerando la differenza tra chi entra e chi esce, in Italia ci saranno 15.246 medici in più. E nel periodo tra il 2025 ed il 2040, sommando la differenza annuale tra neolaureati e pensionati, si potrebbero superare i 220mila medici in più. Un numero evidentemente eccessivo rispetto al fabbisogno, che rischia di aprire le porte ad una nuova fase di pletora medica cui conseguiranno contratti al ribasso, aumento dell’offerta sanitaria privata e fuga di giovani medici verso l’estero, dopo che l’Italia ha speso più di 150mila euro per formare ciascuno di loro.
«Negli ultimi anni – commenta Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED - siamo passati dalla pletora medica, all’imbuto formativo, alla carenza di specialisti e ora rischiamo di ricominciare il giro con una nuova pletora: non è possibile che il Ministero dell’Università ed il Ministero della Salute non riescano a definire in modo corretto il fabbisogno di medici per i prossimi anni, e che il numero di posti a Medicina venga deciso esclusivamente a fini propagandistici ed elettorali. A rimetterci alla fine sono sempre i medici e le loro famiglie».

CIMO-FESMED: «Ora avviare trattative per CCNL medici o proclameremo stato di agitazione»
Il sindacato dei medici: «Non ci sono più alibi, chiudere rapidamente il CCNL 2022-2024 e aprire subito il tavolo per il triennio 2025-2027»
Roma, 19 giugno 2025 – «Ora che il comparto sanità ha firmato la pre-intesa del CCNL, non ci sono più alibi: le Regioni emanino subito l’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il contratto dei medici e dei dirigenti sanitari e si apra il tavolo in Aran. In assenza di risposte immediate, saremmo costretti a proclamare lo stato di agitazione dei medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale. E non vorremmo causare ulteriori criticità ad ospedali in affanno a causa delle ferie estive che aggravano la già critica carenza di personale» dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono le sigle ANPO, ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED).
«Ricordiamo – aggiunge Quici – che parliamo del CCNL 2022-2024, quindi ampiamente scaduto, i cui aumenti sono stati in buona parte già erogati tramite l’indennità di vacanza contrattuale e assorbiti dagli aumenti delle aliquote IRPEF regionali. Di fatto, i medici in tasca avranno veramente pochi spicci in più. Crediamo quindi che sia necessario, al fine di dare un vero riconoscimento ai colleghi, chiudere rapidamente le trattative per la sola parte economica del CCNL 2022-2024 e aprire subito dopo il tavolo per il contratto 2025-2027, per il quale il Governo ha già stanziato le risorse».
«È questa l’unica strada per frenare la fuga di personale dagli ospedali e spingere i giovani a lavorare nel Servizio sanitario nazionale. Anche perché, e va sottolineato, il personale sanitario è stato incredibilmente escluso dai benefici previsti per il personale della Pubblica Amministrazione nel Decreto PA. Ricordiamo al Ministro Zangrillo che, nostro malgrado, anche i medici fanno parte della Pubblica Amministrazione. Se non possono nemmeno usufruire degli stessi vantaggi riconosciuti alle altre categorie, accolga la richiesta che avanziamo da anni e faccia uscire i sanitari dalla funzione pubblica per firmare il contratto direttamente con il Ministero della Salute e le Regioni» conclude Quici.
Leggi tutte le notizie