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Boom contagi Covid tra sanitari, in un mese perse 700.000 ore di lavoro. E per loro stipendio ridotto
Dal 1 gennaio è stata ripristinata la decurtazione dello stipendio dei dipendenti pubblici per i primi 10 giorni di Covid. Il Presidente del sindacato dei medici CIMO-FESMED Guido Quici: «Intervenga il Ministero della Salute»
Roma, 1 luglio 2022 - I contagi da Covid-19 tra gli operatori sanitari, negli ultimi 6 mesi, sono aumentati del 325%: nel mese di giugno l’Istituto Superiore di Sanità ne ha registrati 19.571, mentre alla fine dello scorso anno – quindi in piena quarta ondata – risultavano positivi 4.612 operatori sanitari.
«Una settimana di isolamento per gli oltre 19.500 sanitari che non possono lavorare a causa del Covid-19 – commenta il Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici - corrisponde complessivamente a oltre 700.000 ore di lavoro che non verranno garantite ai pazienti. Assenze che si sommano a quelle croniche causate dalla carenza di personale e a quelle dei sanitari in ferie. Una situazione che sta diventando sempre più insostenibile per chi deve cercare di coprire i turni e per i malati».
«Ma quello che fa ancora più rabbia – continua Quici - è che dal 1 gennaio è stata ripristinata la decurtazione della componente accessoria della retribuzione dei dipendenti pubblici, e quindi anche dei sanitari, per i primi 10 giorni di malattia anche in caso di positività al Covid-19. Con la fine dello stato d’emergenza, infatti, è decaduta la norma che aveva equiparato la malattia da Covid-19 al ricovero ospedaliero, che non prevede la riduzione dello stipendio. Adesso, dunque, centinaia di colleghi che sono in isolamento si vedono anche ricevere una busta paga più povera. Chiediamo al Ministero della Salute di intervenire con un decreto per sanare questa ingiustizia, ripristinando quanto previsto nelle prime settimane d’emergenza», conclude Quici.
Quattro incontri online per affrontare con gli iscritti le principali criticità dei medici dipendenti del SSN e formulare proposte concrete da introdurre nella piattaforma contrattuale.
Aperte le prenotazioni per partecipare al terzo incontro.
L'Avvocato Giancarlo Faletti incontrerà in DIRETTA ZOOM gli iscritti CIMO, per discutere con loro di: Formazione, mobilità, responsabilità disciplinare e coperture assicurative
Per partecipare all'incontro è necessaria la prenotazione tramite questo link
https://forms.gle/yhPnxnDbJ7aPvziZA
entro il 5 luglio 2022 e riceverete le coordinate per accedere al meeting.
L'incontro prevede la partecipazione di MAX 100 persone.
A chi non riuscisse a partecipare attivamente al meeting per esaurimento di posti, verrà inviato il link della diretta YouTube.
La diretta YouTube sarà aperta anche agli iscritti di tutta la Federazione CIMO-FESMED.
Di Silverio nuovo segretario Anaao, gli auguri di Quici (CIMO-FESMED): «Ora lavorare insieme per ridare dignità ai medici»
Roma, 29 giugno 2022 - «Congratulazioni al nuovo Segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio e tanti auguri di buon lavoro a difesa dei diritti dei medici e dei dirigenti sanitari a tutto il nuovo esecutivo». Con queste parole Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, commenta il rinnovo del gruppo dirigente del sindacato.
«Il settore sanitario si appresta ad affrontare due momenti particolarmente complessi: la legge di Bilancio, che dovrà prevedere finanziamenti adeguati per salvare la sanità dal baratro in cui sta precipitando, e la trattativa per il rinnovo del contratto di medici e dirigenti sanitari, un passaggio essenziale in cui sarà necessaria la spinta di tutte le sigle sindacali per ridare dignità alla professione. Sono certo – conclude Quici – che Anaao Assomed e CIMO-FESMED, le due sigle maggiormente rappresentative della categoria, lavoreranno sinergicamente nell’interesse dei colleghi e del Servizio sanitario nazionale».
Consiglio di Stato boccia i reparti gestiti dagli infermieri. CIMO-FESMED: «Competenze mediche non siano affidate ad altri professionisti»
Il sindacato commenta la sentenza: «La gestione del percorso terapeutico e clinico del pazienti deve essere in capo ai medici»

Roma, 28 giugno 2022 - Una sentenza destinata a fare giurisprudenza, quella adottata dal Consiglio di Stato che boccia le Unità di Degenza Infermieristica (UDI) attivate dall’Azienda Ospedaliera di Perugia. La sentenza, con cui termina una lunga azione legale avviata in Umbria dai sindacati CIMO e AAROI, mette infatti nero su bianco che “al personale medico compete la gestione del percorso terapeutico e clinico del paziente, mentre alla struttura infermieristica spetta il compito di attuare il percorso propriamente assistenziale”, definendo “illogica e ingiustificata” la “confusione” creata dall’ospedale di Perugia tra personale medico ed infermieristico, a cui era stata affidata la gestione dei pazienti ricoverati nelle UDI (ovvero pazienti in fase post-acuta che necessitano di assistenza prima del ritorno a casa).
«Ancora una volta, richiamando il quadro normativo di riferimento, si sottolineano le peculiarità della professione medica e della professione infermieristica, che non possono essere sovrapposte, confuse o sostituite – commenta il Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici –. La sentenza del Consiglio di Stato, quindi, ci porta a combattere con ancora maggiore fermezza le nostre battaglie contro lo sconfinamento di altre professioni nel campo dei medici, vigilando attentamente sull’istituzione di reparti e ospedali a gestione infermieristica, a partire dai neonati Ospedali di Comunità. Non si tratta della mera tutela degli interessi di una categoria, ma di un’attenzione tenace per la sicurezza delle cure e la tutela della salute dei pazienti».
Il sindacato dei medici, cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED, evidenzia anche un altro passaggio fondamentale della sentenza, che dichiara legittima l’azione legale delle associazioni sindacali su questioni “correlate alla tutela delle corrette modalità dell’espletamento dei servizi, incidenti sull’organizzazione del lavoro dei medici e degli infermieri”. «Un passaggio – conclude Quici – che legittima l’azione sindacale anche su questioni organizzative, che precedentemente erano state messe in discussione da più parti».
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