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IN EVIDENZA
1,5 milioni di prestazioni a rischio il 5 dicembre. 30 mila gli interventi chirurgici che potrebbero essere rinviati, 180 mila le visite specialistiche
La mappa delle manifestazioni in tutta Italia
Roma, 4 dicembre 2023 - Sono 1,5 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero saltare per lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari e degli infermieri indetto per domani, 5 dicembre. A rischio tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 30 mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), le visite specialistiche (180 mila) e gli esami radiografici (50 mila). Saranno in ogni caso garantite le prestazioni d'urgenza.
Lo sciopero, proclamato da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, e per il comparto dal sindacato Nursing Up, inizia alle 00.00 del 5 dicembre e coinvolgerà il 50% dei sindacalizzati.
Allo sciopero possono comunque aderire tutti i medici, dirigenti sanitari, tecnici e amministrativi in servizio con rapporto a tempo determinato o indeterminato presso le Aziende ed Enti del SSN, compresi gli IRCCS, IZS, Arpa, oppure dipendenti delle strutture di carattere privato e/o religioso che intrattengono un rapporto di convenzione e/o di accreditamento con il SSN. Possono aderire anche i medici specializzandi assunti con il cosiddetto Decreto Calabria. Può scioperare anche il personale medico universitario che svolge attività assistenziale presso una Azienda Ospedaliera Universitaria.
Per il comparto, può aderire tutto il personale sanitario non medico, afferente alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità, operanti nelle ASL, nelle Aziende Ospedaliere e negli enti della sanità pubblica italiana.
Sono almeno 5 le ragioni della protesta dei camici bianchi e dei professionisti sanitari (infermieri, ostetriche e professioni sanitarie ex legge n 43/2006):
- Assunzioni di personale.
- Detassazione di una parte della retribuzione.
- Risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro.
- Depenalizzazione dell’atto medico.
- Cancellazione dei tagli alle pensioni.
In occasione dello sciopero si svolgeranno manifestazioni in tutta Italia. I leader delle Associazioni parteciperanno al SIT-IN previsto a Roma in Piazza SS Apostoli alle ore 11.30.
Ecco la mappa delle manifestazioni previste per domani:
TORINO
Ore 9.30 Ritrovo in Piazza Bengasi
Ore 10.00 Partenza corteo verso il grattacielo della Regione Piemonte
Ore 11.00 Manifestazione davanti la Regione Piemonte
GENOVA
Ore 11.00 SIT-IN Ospedale Villa Scassi (davanti al Pronto Soccorso)
BOLOGNA
Ore 10.00 ASSEMBLEA Aula 1 e 2 piano terra del padiglione 3, Ospedale Sant’Orsola.
Ore 11.00 SIT-IN Con punto stampa Via Albertoni (angolo via Primodì)
ROMA
Ore 11.30 SIT-IN in Piazza SS Apostoli
NAPOLI
Ore 11.00 Assemblea presso Holiday Inn Naples Centro Direzionale
PALERMO
Ore 11.00 Assemblea presso Ordine dei Medici Via Rosario da Partanna, 22
BOLZANO
Ore 14.30 SIT-IN Piazza Magnago
CAGLIARI
Ore 10.30 SIT-IN Piazza del Carmine
TRIESTE
Ore 8.00 ASSEMBLEA ASUGI
UDINE
Ore 8.00 ASSEMBLEA ASUFC
Medici, dirigenti sanitari, infermieri, ostetriche e altre professioni sanitarie: confermato lo sciopero del 5 dicembre
Roma, 30 novembre 2023 – Sarà Piazza SS Apostoli, a Roma, il fulcro delle manifestazioni che si terranno in tutta Italia in occasione dello sciopero nazionale dei medici, dei dirigenti sanitari, degli infermieri, ostetriche e altre professioni sanitarie, il prossimo 5 dicembre.
Alle 11.30 infatti inizierà il sit-in di protesta contro la manovra economica e in difesa del Servizio Sanitario Nazionale organizzato dai sindacati di categoria ANAAO ASSOMED, CIMO-FESMED e NURSING UP. Saranno presenti i segretari e presidenti nazionali delle sigle promotrici unite in un unico grande movimento di protesta, al grido di “La sanità pubblica non si svende, si difende!”.
«Dopo l’ennesima manovra economica che ignora le esigenze dei professionisti della salute, mette in discussione i loro diritti acquisiti e dimentica le necessità della sanità pubblica, è giunta l’ora di scioperare - dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario ANAAO ASSOMED, Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED, e Antonio De Palma, Presidente NURSING UP -. Ci vediamo in piazza per esprimere a gran voce tutta la nostra rabbia e la nostra delusione».
Scarica il materiale per lo sciopero
Comunicato stampa
Martedì 5 dicembre 2023
sciopero nazionale di 24 ore dei medici e dirigenti sanitari
Da anni dimostriamo senso di responsabilità ma, ancora una volta, subiamo una manovra finanziaria che penalizza chi lavora nel Servizio sanitario nazionale
Roma, 7 novembre 2023 – ANAAO ASSOMED e CIMO-FESMED proclamano una prima giornata di sciopero nazionale MARTEDI 5 DICEMBRE 2023 per protestare contro la manovra economica per il 2024.
«Le misure contenute nella legge di bilancio in discussione al Senato – dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed - non sono in grado né di risollevare il Servizio sanitario nazionale dalla grave crisi in cui si trova né di soddisfare le richieste della categoria che rappresentiamo.
Dalla manovra ci saremmo aspettati un intervento sull’indennità di specificità medica e sanitaria per garantire un aumento degli stipendi di tutti i dirigenti e frenare dunque la fuga dei professionisti verso l’estero e il privato, e invece si è deciso di aumentare le retribuzioni delle prestazioni aggiuntive per abbattere le liste d’attesa, misura che è destinata a non produrre risultati concreti.
Ci saremmo aspettati uno sblocco, anche parziale, del tetto alla spesa per il personale sanitario e un piano straordinario di assunzioni, e invece nessuno ne fa nemmeno cenno.
Ci saremmo aspettati risorse adeguate per il rinnovo dei contratti, e invece scopriamo che i 2,3 miliardi previsti sono messi a disposizione per l’intero comparto sanità, quindi briciole per tutti».
«Dopo tante parole e belle intenzioni, ci saremmo dunque aspettati un vero cambio di rotta che mettesse al centro il Servizio sanitario nazionale, e invece siamo stati bersagliati dal taglio dell’assegno previdenziale compreso tra il 5% e il 25% all’anno, una stangata che colpisce circa 50.000 dipendenti. E non ci tranquillizzano le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da esponenti del Governo in merito a possibili modifiche parziali del provvedimento, e non alla sua completa eliminazione».
«Infine, come se non bastasse, non abbiamo più notizie dei lavori della Commissione del Ministro Nordio sulla depenalizzazione dell’atto medico. Per noi questo è un aspetto fondamentale che rivendichiamo con forza perché abbiamo bisogno di restituire maggiore serenità ai medici e ridurre il ricorso alla medicina difensiva».
«Al Governo chiediamo un segnale di coraggio – concludono i leader sindacali – per dare il giusto riconoscimento ai medici e dirigenti del Ssn. E per evitare il collasso della sanità che deve rimanere pubblica per garantire a tutti il diritto alla tutela della salute».
«Misureremo nei prossimi giorni la reale disponibilità del Governo, non solo a parole, pronti a mitigare o inasprire la protesta anche con altre eventuali giornate di sciopero da proclamare nel rispetto della normativa vigente».
CIDA, la Confederazione cui aderisce la Federazione CIMO-FESMED, ha lanciato una petizione online per salvaguardare il ceto medio italiano, compattando tutti quei contribuenti (il 14%) che, da 35mila euro di reddito lordo in su, sostengono il peso del welfare versando il 63% circa di tutto il gettito Irpef. Firmando la petizione, allora, chiediamo:
- di sostenere il potere d’acquisto delle pensioni, applicando la perequazione per scaglioni e abolendo il calcolo per fasce;
- di dare trasparenza e consentire la reale sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico separando in maniera contabile la previdenza dall’assistenza;
- di dare maggiori opportunità di crescita retributiva, abolendo il divieto di cumulo fra redditi e pensioni di qualsiasi tipo;
- di valorizzare i contributi previdenziali versati dai lavoratori, eliminando i tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate
- una maggiore equità fiscale, eliminando il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali in relazione al reddito;
- di aumentare le risorse disponibili a famiglie e imprese, riducendo la progressività delle aliquote Irpef evitando disparità di trattamento fra le diverse categorie di lavoratori;
- di rafforzare il welfare pubblico a sostegno di chi ha effettivamente bisogno, attivando una vera lotta all’evasione fiscale, utilizzando tutti i dati disponibili ed evitando i condoni.
- Inserisci nome, cognome e indirizzo email nel form presente su change.org e FIRMA
- Conferma la tua firma nel messaggio che riceverai per email (se non lo fai la tua firma non sarà valida)
- Condividi la petizione con i tuoi contatti
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