Che fine hanno fatto i 311 milioni di euro che spettano ai medici?


Che fine hanno fatto i 311 milioni di euro che spettano ai medici?

 

In 10 anni falcidiato il salario accessorio dei medici dipendenti del SSN: persi in media 15 mila euro ciascuno. Quici (CIMO-FESMED): «Non stupiamoci della fuga dagli ospedali»

 

Guido Quici, Presidente Federazione CIMO-FESMED_03_03_2022

Roma, 6 aprile 2022 – Più di 311 milioni di euro. A tale cifra ammonterebbe il tesoretto che nel solo 2019 sarebbe spettato ai medici dipendenti del SSN e che invece le Aziende non gli avrebbero riconosciuto. Il condizionale tuttavia è necessario: un’Azienda su quattro, infatti, non rispetta l’obbligo di pubblicare i dati relativi alla costituzione dei fondi contrattuali e all’utilizzo degli stessi, rendendo impossibile qualsiasi valutazione di congruità tra le risorse stanziate all’atto della costituzione dei fondi e le risorse spese nell’utilizzo delle stesse. Un’assenza di trasparenza che riguarda sempre più aziende (nel 2015 il 13,10% aveva fornito dati parziali; nel 2019 tale percentuale è arrivata al 25,15%), motivo per il quale la Federazione CIMO-FESMED richiederà l’intervento della Corte della Conti.

 

Parliamo dei residui dei fondi contrattuali (tab. 1 nel file allegato) necessari a finanziare una parte (cosiddetta accessoria) dello stipendio dei medici dipendenti del SSN, che secondo l’analisi del sindacato CIMO-FESMED ammonterebbero, nel 2019, a 311.651.498 euro. Un fenomeno che si può riscontrare anche negli anni precedenti e che desta preoccupazione. Tali residui, infatti, frutto della differenza tra costituzione dei fondi contrattuali e loro utilizzo, dovrebbero essere integralmente spesi nell’anno al quale si riferisce la costituzione dei fondi stessi, ed eventuali risorse eccedenti dovrebbero essere riversate nelle buste paga dei medici l’anno successivo. Ebbene, questo principio non viene applicato in numerose Aziende, che invece accumulano le risorse, e ci auguriamo non le utilizzino per finanziare altre voci di spesa. La Federazione CIMO-FESMED continuerà dunque a verificare l’effettiva erogazione dei residui richiedendo a ogni Azienda gli atti amministrativi che testimoniano l’avvenuto conguaglio. L’analisi condotta in alcune Aziende ha già evidenziato situazioni inaccettabili, in merito alle quali il sindacato ha intrapreso azioni adeguate a tutela dei diritti dei professionisti.

 

Ma quel che è ancora più grave, è che tale prassi si sia verificata a valle di una serie di disposizioni che tra il 2010 ed il 2019 hanno tagliato drasticamente le retribuzioni dei medici: in media, dal 2010 al 2019 ogni medico dipendente ha perso cumulativamente 15.700 euro. Un calcolo che non tiene conto delle diverse retribuzioni per incarico dirigenziale, ma che è il risultato della divisione del totale dei fondi contrattuali per il numero dei medici dipendenti del SSN (Tab. 2 e 3). Tagli che sono quindi frutto della diminuzione, tra il 2010 ed il 2019, di oltre il 20% delle risorse utilizzate per il trattamento accessorio dei medici, a fronte di una diminuzione del numero di medici dipendenti del SSN che si attesta attorno al 4%.

 

«Non stupiamoci, allora, se sempre più medici decidono di abbandonare gli ospedali pubblici e i giovani scelgono di lavorare all’estero. Va benissimo pensare alle riforme strutturali del Servizio sanitario nazionale, ma se non si mette mano anche a questi temi sarà impossibile colmare la carenza di personale. Per questo la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, che ci auguriamo parti il prima possibile, sarà fondamentale. Chiederemo di recuperare la differenza evidente con i salari dei medici degli altri Paesi europei e di introdurre strumenti che impongano alle Aziende l’utilizzo corretto dei residui dei fondi contrattuali» dichiara il Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici.

Tabella 1 – Costituzione e utilizzo dei fondi contrattuali – Anno 2019
  Costituzione Utilizzo Δ Δ %
Piemonte 252.172.042 226.793.116 25.378.926 10,06
Valle d’Aosta 11.734.343 8.014.411 3.719.932 31,70
Lombardia 401.515.014 376.631.289 24.883.725 6,20
Veneto 207.471.732 172.667.770 34.803.962 16,78
Friuli Venezia Giulia 78.031.214 63.982.951 14.048.263 18,00
Liguria 66.219.337 59.118.855 7.100.482 10,72
Emilia Romagna 246.906.479 206.702.493 40.203.986 16,28
Toscana 173.548.419 153.063.180 20.485.239 11,80
Umbria 24.861.463 23.608.824 1.252.639 5,04
Marche 84.405.536 61.665.907 22.739.629 26,94
Lazio 112.361.632 101.401.263 10.960.369 9,75
Abruzzo 67.120.787 56.642.286 10.478.501 15,61
Molise 32.350 26.674 5.676 17,55
Campania 164.444.673 148.852.618 15.592.055 9,48
Puglia 106.377.093 94.015.849 12.361.244 11,62
Basilicata 27.608.516 22.640.638 4.967.878 17,99
Calabria 85.442.115 66.616.761 18.825.354 22,03
Sicilia 115.004.654 96.117.282 18.887.372 16,42
Sardegna 86.163.567 61.207.301 24.956.266 28,96
Italia 2.311.420.966 1.999.769.468 311.651.498 13,48
Fonte – Conto annuale RGS – Elaborazione Centro studi CIMO

 

Tabella 2 – Fondi contrattuali della dirigenza medica – valori assoluti (mln €)
  2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Posizione 2.184 2.157 2.087 2.045 2.045 1.961 1.957 1.923 1.907 1.874
Disagio 428 432 413 405 405 394 384 380 368 361
Risultato 431 425 420 391 376 359 339 277 187 280
Totale 3.043 3.014 2.920 2.841 2.826 2.714 2.680 2.580 2.462 2.515
Fonte: MEF – RGS – conto annuale – Elaborazione Centro Studi CIMO 

 

Tabella 3 – Medie trattamento accessorio pro capite e perdite cumulate rispetto al 2010
  2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Totale fondi contrattuali (mln €) 3.043 3.014 2.920 2.841 2.826 2.714 2.680 2.580 2.462 2.515
Numero medici dip. SSN 117.152 115.449 114.640 113.803 112.741 110.909 110.512 110.888 111.654 112.146
Tratt. accessorio pro capite (€) 25.975 26.107 25.471 24.964 25.066 24.471 24.251 23.267 22.050 22.426
Differenze rispetto al 2010 (€) 0 132 -504 -1.011 -909 -1.504 -1.724 -2.708 -3.925 -3.549
Fonte: MEF – RGS – conto annuale – elaborazione Centro Studi CIMO

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