NASCE LA FEDERAZIONE CIMO-FESMED


Quici Ettore

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Il Direttivo Federale risulta così composto:

 

Guido QUICI Presidente Federale
Giuseppe ETTORE Presidente Vicario
Carmine GIGLI   Segretario Nazionale Organizzativo
Sebastiano CAVALLI Segretario Nazionale Amministrativo
Arturo OLIVA Coordinatore Federale
Giambattista Catalini  Vice Coordinatore Federale
Riccardo Giuseppe SPAMPINATO Responsabile Formazione Quadri Sindacali
Sergio BARBIERI Responsabile Rapporti con Istituzioni Scientifiche

 


COMUNICATO STAMPA

 

NASCE LA FEDERAZIONE CIMO-FESMED, MEDICI UNITI

PER UNA SVOLTA NELLA RAPPRESENTANZA E DIRITTI NELLA SANITÀ

 

  • Le due organizzazioni della dirigenza medica si uniscono, obiettivi condivisi e sinergie
  • Con circa 15mila iscritti, la Federazione potenzia così la propria rappresentatività
  • Guido Quici (CIMO) presidente, Giuseppe Ettore (FESMED) presidente vicario
  • “Intendiamo cambiare il modo di essere Sindacato di Categoria, non solo sul contratto”
  • “La nostra mission è dare forza ai diritti nella sanità, meno allarmi e più proposte”
  • Progressiva integrazione delle strutture, entro fine 2020 unica rappresentanza

 

Roma, 14 febbraio 2019 – Nasce oggi ufficialmente la nuova Federazione CIMO-FESMED, unione delle forze organizzative e di rappresentanza di CIMO, il sindacato dei medici, e della FESMED, Federazione Sindacale Medici Dirigenti, con l’obiettivo di dare maggiore determinazione ed efficacia alle proprie azioni per la promozione del servizio sanitario nazionale, la valorizzazione del medico come figura cardine in questo sistema, l’aggiornamento delle competenze degli iscritti e il miglioramento dei servizi a loro indirizzati.

 

La nuova realtà sindacale, frutto di un percorso di vicinanza di intenti e valori che i vertici di CIMO e FESMED hanno consolidato negli anni passati, vuole rappresentare una piattaforma comune di aggregazione anche di altre organizzazioni sindacali, aperta alla piena collaborazione e sinergia delle Società Scientifiche e delle Associazioni dei pazienti, al fine di occupare un ruolo centrale nella sanità a difesa della professione medica, ridare certezza al futuro dei giovani medici e garantire sicurezza e qualità delle cure ai cittadini.

 

Il processo di costituzione della Federazione avrà un impatto positivo sulla capacità di iniziativa e dialogo in nome dei circa 15.000 medici che compongono oggi la base degli iscritti e porterà entro dicembre 2020 all’unità di rappresentanza sindacale in ogni contesto.

 

Il Direttivo della Federazione CIMO-FESMED, nella sua prima riunione odierna nella sede di Roma, ha nominato Guido Quici Presidente della Federazione e Giuseppe Ettore Presidente vicario.

 

“La Federazione CIMO-FESMED rappresenta la volontà concreta di concentrare la rappresentatività sindacale per meglio tutelare le esigenze professionali di una categoria che costituisce la base del SSN e colmare carenze della rappresentatività tradizionale” – ha detto Guido Quici. “Uniti, avremo più forza per promuovere i diritti dei cittadini e tutelare il lavoro dei medici, per una migliore programmazione delle risorse, per vigilare sui colpi di mano a danno della sanità, difendendo il diritto a cure appropriate e uniformi su tutto il territorio nazionale”.

 

“Oggi – ricorda Quici – si completa un percorso fortemente voluto dalle due Organizzazioni Sindacali che sono da tempo in perfetta sintonia su tutte le tematiche che interessano la professione medica a partire dai problemi contrattuali, alla valorizzazione del ruolo medico nel SSN, alla sicurezza delle cure, alla libera professione, alla formazione e all’accesso al mondo del lavoro dei giovani colleghi.

 

Un ringraziamento a Riccardo Cassi e Carmine Gigli per la lungimiranza con la quale hanno avviato nel passato il Patto Federale che ora si sostanzia con una formazione sindacale molto più forte, organizzata e rappresentativa”.

 

“La Federazione costituisce una piattaforma comune – afferma Giuseppe Ettore – per rappresentare in maniera esclusiva e diretta i medici e impegnarsi concretamente a far fronte al declino della sanità pubblica e ai continui attacchi alla professione medica. Se le politiche dei vari governi e delle regioni hanno, non a caso, strutturato un percorso di forte e diversificato ridimensionamento della sanità pubblica, dobbiamo chiederci se le azioni delle organizzazioni sindacali siano state in questi ultimi dieci anni unitarie, adeguate ed incisive”.

 

“L’assenza di una piattaforma omogenea ed efficace e di un forte e coeso programma “politico” – sottolinea Ettore – ha contribuito a rendere sempre più fragile e vulnerabile la tutela ed il sostegno dei propri professionisti e il rapporto con le Istituzioni, avvantaggiando indirettamente il determinarsi di gravi anomalie per la dirigenza medica. Il percorso di analisi avviato da FESMED e CIMO col “Patto Federativo” nel 2016, che porta oggi alla nascita della Federazione CIMO-FESMED – conclude Ettore – rappresenta un cambio di rotta, un’iniziativa con forti contenuti motivazionali, un patto di comunione e di forza sostenuto da un progetto sindacale mirato a rendere sinergici i valori professionali e la tutela del medico”.

 

Nella fase di avvio della Federazione, i soci fondatori e gli aderenti manterranno la propria autonomia patrimoniale e organizzativa, prevedendo anche settori specifici per aree professionali o per settori di studio. Fino alla prossima rilevazione delle rappresentanze CIMO e FESMED continueranno ad essere entrambe presenti e distintamente ammesse nelle trattative, ma sarà unica la loro piattaforma di proposte e identica la posizione negoziale.

 

La nuova organizzazione ha come organi il Direttivo federale, organo esecutivo della Federazione con mandato quadriennale, nominato dai soci costituenti CIMO e FESMED in base alla loro attuale rappresentatività il presidente e il presidente vicario, nominati dal Direttivo. Il Coordinamento federale, quale organo di indirizzo politico-sindacale della Federazione di cui faranno parte, nella fase definitiva, i segretari regionali eletti in ogni federazione regionale, mentre nella fase transitoria è costituito dai segretari regionali di CIMO e dai fiduciari regionali di FESMED.


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COMUNICATO STAMPA

 

CRESCE LA FEDERAZIONE CIMO-FESMED

Lo storico Sindacato ANPO-ASCOTI-FIALS Medici-ANMDO-SAUES aderisce alla Federazione

 

Roma, 24 settembre 2021 – In data odierna è stato siglato l’accordo di adesione, alla Federazione CIMO-FESMED, dello storico Sindacato ANPO-ASCOTI-FIALS Medici-ANMDO-SAUES. Un ulteriore tassello finalizzato, con i suoi 16.400 iscritti, a potenziare la rappresentanza e la rappresentatività della dirigenza medica nell’area Sanità della Pubblica Amministrazione.

 

“Siamo convinti, dichiara il Dott. Guido Quici presidente della Federazione CIMO-FEMSED, che le imminenti riforme della sanità, legate agli obiettivi previsti nel PNRR, richiedono un contributo attivo dei professionisti e dei medici, in particolare, attraverso la forte partecipazione ai processi di cambiamento. Abbiamo vissuto sul campo, e in prima persona, la pandemia con tutte le problematiche che sono emerse in termini di organizzazione del lavoro ed assistenza ai pazienti ed è proprio per questo riteniamo di avere quelle necessarie competenze che intendiamo mettere a disposizione del Paese”.

 

Per il Professore Perrone Donnorso “l’integrazione nella Federazione CIMO-FESMED di importanti figure professionali quali i primari, gli ortopedici, i direttori sanitari e i medici dell’emergenza garantisce, al nuovo soggetto sindacale, il completamento di quelle aree specialistiche fatte di competenze, certamente fondamentali alla elaborazione di una comune strategia sindacale a difesa dei medici, sia in ambito contrattuale che professionale”.

 

L’imminente rilevazione delle deleghe e l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro porteranno la Federazione CIMO-FESMED a rappresentare, unitariamente, i medici della dipendenza in tutte le aziende sanitarie d’Italia.


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COMUNICATO STAMPA

SANITA’, CIMOP ENTRA NELLA FEDERAZIONE CIMO-FESMED:

NASCE POLO PUBBLICO-PRIVATO DA 18MILA MEDICI.

 

QUICI: “UNA PRIMIZIA IN ITALIA PER PROVARE A RIVOLUZIONARE ANCHE LE MODALITÀ DI RAPPRESENTANZA E DI RAPPRESENTATIVITÀ DELLA PROFESSIONE RISPETTO ALLE ISTITUZIONI”.

DE RANGO: “LA NOSTRA BUSSOLA? LA DIFESA DELLA PROFESSIONE MEDICA E DEI CONTRATTI”.

 

Roma, 8 novembre 2021 – CIMOP, il sindacato unitario dei medici chirurghi e dei laureati in odontoiatria operanti nell’Ospedalità Privata, entra nella Federazione CIMO-FESMED dando vita ad un polo pubblico-privato da 18mila medici.

L’adesione alla Federazione (che è l’unione delle forze organizzative e di rappresentanza di CIMO, il sindacato dei medici, della FESMED, Federazione Sindacale Medici Dirigenti, a cui recentemente ha aderito ANPO, ASCOTI, ANMDO) non è altro che l’evoluzione del patto federativo siglato tra i due soggetti nel maggio 2019, per unire le proprie forze e dare seguito alla convergenza di visione e progettualità che da tempo le vede dialogare su temi comuni per la tutela della professione. Si tratta del primo accordo di sinergia tra rappresentanze del mondo sanitario pubblico e privato in Italia.

 

Il minimo comun denominatore di tale alleanza è da ritrovare in una visione innovativa e pionieristica sia della professione medica che dell’intero sistema sanitario, nata alla luce di come l’emergenza pandemica sta modificando l’intero ambito sanitario. Da un lato andrà valutato l’elemento di novità assoluta rappresentato dal Pnrr, che impatterà sui comuni problemi legati ai rinnovi contrattuali che vedono particolarmente penalizzati i medici che lavorano nell’ospedalità privata profit, in attesa ormai da 16 anni.

Dall’altro sensibilità comuni riguardano la colpa professionale e quindi la sicurezza delle cure, senza dimenticare il tentativo di sostituire il lavoro dei medici con altri professionisti. Se i medici lavorano bene anche i pazienti sono più sicuri, inseriti in un quadro di serenità complessiva che fa crescere il sistema e rafforza il rapporto medico-paziente.

 

“Questo accordo è una primizia, nel nostro paese, per provare a rivoluzionare anche le modalità di rappresentanza e di rappresentatività della professione medica rispetto alle istituzioni – osserva il Presidente della Federazione CIMO-FESMED, dott. Guido Quici – Questo sforzo vuole assicurare una maggiore tutela giuridica della professione medica, indipendentemente dal fatto che operi nel pubblico o nel privato. Così nasce un polo strutturale da circa 18mila medici, ovvero una massa critica non indifferente che potrà avere una adeguata rappresentanza e che verrà sostenuta dalla Federazione anche negli ambiti contrattuali. Ognuno conserverà la propria autonomia organizzativa, ma condividendo gli obiettivi politici e sindacali. Altro aspetto importante è la richiesta di essere ascoltati dalla politica e dalle istituzioni al fine di offrire il nostro contributo, valoriale e pragmatico, relativamente al rilancio del servizio sanitario nazionale”.

 

“La nostra bussola? La difesa della professione medica e dei contratti – sottolinea la dott.ssa Carmela De Rango, Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata) – In Italia difficilmente organizzazioni sanitarie che rappresentano medici, pubblici e privati, decidono di fare squadra e unire le forze: si tratta di un’iniziativa che presenta anche un interessante retroterra culturale e di metodo, con l’auspicio che la fase di transizione del sistema sanitario a cui ci stiamo approcciando con il Pnrr riesca a sanare, seppure in parte, le enormi questioni ancora irrisolte che persistono, anche a causa di non-soluzioni perpetrate per troppi anni”.

 

Un altro valore che accomuna medici del pubblico e del privato è l’esperienza maturata in questo biennio di pandemia, durante il quale tutti sono stati pesantemente esposti, con un aggravio di vite umane sacrificate sull’altare del diritto alla salute e alle cure.

“Il covid mietendo le sue vittime, non ha fatto ovviamente una distinzione tra medici che lavoravano nel pubblico o nel privato – aggiungono Quici e De Rango – Ragione in più per riflettere, senza pregiudizi di sorta, sull’introduzione di tutele eguali per l’intera professione medica, supportate da norme legislative in grado di garantire la sicurezza agli operatori sanitari”.


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