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La sanità post Covid, persi 12 mila medici. Guido Quici su La Stampa

Estratto articolo di Paolo Russo

 

Solo il 28% dei camici bianchi ospedalieri si dice infatti disposto a restare nel pubblico, meno di uno su tre. Tra chi medita la fuga il 26% punta all’estero, dove le retribuzioni sono nettamente maggiori alle nostre, il 19% è ingolosito dal pensionamento anticipato, il 14% è pronto a bussare alla porta di qualche clinica privata e il 13% a darsi per intero alla libera professione. Uno dei motivi lo indica la stessa indagine ed è il ritmo insostenibile di lavoro. Il 20% va infatti oltre le 48 ore settimanali, il 48% passa in corsia dalle 39 alle 48 ore e solo il 27% è dentro le canoniche 38 ore previste dal contratto di lavoro. «Se a questo aggiungiamo che in dieci anni si sono chiusi 5.657 reparti, che equivalgono ad altrettante possibilità di poter ambire a un posto di primario. Se in più consideriamo lo stress di chi in questi due anni si è visto scaraventare ad affrontare nelle terapie sub intensive pazienti Covid con problematiche che nulla avevano a che fare con la propria specializzazione medica, ecco spiegato il perché di questo esodo», spiega il Presidente della Cimo, Guido Quici. Per ridurre lo stress e offrire nuove prospettive di carriera la soluzione numero uno era e resta quella di assumere forza lavoro fresca. Che pure scarseggia sul mercato, visto che per anni il numero chiuso nelle scuole di specializzazioni ha finito per svuotare il serbatoio dei nuovi medici. L’ultima manovra economica ha stanziato 690 milioni per assumere il personale sanitario, superando anche i vecchi limiti di spesa per il personale, che impedivano alle regioni di stipulare nuovi contratti. Ma come stiano andando le cose ce lo spiega sempre il dottor Quici. «Se andiamo a vedere quello che è successo prima, dal 2009 al 2019, vediamo che mentre tutte le voci di spesa sanitarie crescevano, quella per il personale è andata giù in discesa di un miliardo e 240 milioni. Con la pandemia si è ripreso ad assumere ma quasi sempre a tempo determinato e sono aumentati più gli amministrativi». Viene spontaneo chiedere perché e la risposta è sconfortante. «Perché al costo di uno ne assumi due e la sanità è sempre stata un buon serbatoio di voti per la politica», non le manda a dire il Presidente della Cimo [Continua a leggere]