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«Ecco la verità sulle proposte Aran e i motivi per cui non ci sono prospettive di accordo»

Gentile Direttore,

credo importante che si dica la verità sulle proposte di rinnovo del contratto dei medici in discussione da oltre 15 mesi. Vorrei che fosse chiaro che quello che CIMO-FESMED non può far passare è l’impostazione politica della strategia in atto da parte delle istituzioni, che intende livellare le competenze professionali e le retribuzioni dei medici nel sistema pubblico, costringendoli a fuggire verso il privato o in pensione e svalutando ogni prospettiva per i giovani medici.

 

Quello sul tavolo, ancora oggi:

 

    • È un contratto che delega alla contrattazione decentrata gran parte degli accordi lasciando poi ampia discrezionalità ai direttori generali delle aziende sanitarie.
    • È un contratto che ignora le prospettive dei giovani medici ed affossa la professione medica, livellandone il riconoscimento verso il basso.
    • È un contratto che riduce sempre di più le prerogative sindacali abolendo l’istituto della concertazione che sarebbe sostituito dal confronto, a vantaggio delle amministrazioni.
    • È un contratto che, pur mantenendo nominalmente tre fondi (di posizione, di risultato e di disagio) fa sì che le risorse di ciascuno sia la sommatoria tra quelli di tutte le professioni (medici, veterinari, sanitari e professioni sanitarie) dove gran parte delle risorse le daranno i medici in un rapporto almeno di 5 a 1; dunque tutti avranno risorse per le loro carriere attraverso risorse che provengono prevalentemente dei medici.
    • È un contratto nel quale si prevede, in caso di incapienza del fondo di posizione, di ricorrere al fondo di risultato. Il tutto, senza aggiungere un euro per le carriere e attingendo sempre agli stessi fondi aziendali del personale: in pratica, un autofinanziamento.
    • È un contratto che quindi finanzia solo il tabellare e il disagio. Per la retribuzione di posizione ci sarà chi ci guadagnerà e chi ci perderà (molti medici), vanificando il proprio incremento contrattuale.

 

Per CIMO-FESMED dunque le pregiudiziali nei confronti della proposta di Aran, in questi termini, rimangono valide e per il momento, in questi termini, non vediamo dietro l’angolo chiare prospettive di accordo. Quindi nessun clima sereno, ma da parte nostra vigile attenzione, soprattutto ora che la Controparte si è impegnata ad inviare un nuovo testo al termine della prossima settimana, con l’obiettivo di chiudere entro fine mese attraverso una discussione limitata in soli 3-4 giorni.

 

A raccontare la verità sarà però la stessa busta paga, in cui alcune voci potranno sembrare maggiorate mentre altre saranno nel lungo termine penalizzate. Nei prossimi anni si vedranno gli effetti di proposte contrattuali di questo tipo, ma chi le vuole firmare oggi sarà probabilmente già in pensione.

 

Guido Quici – Presidente Federazione CIMO-FESMED

 


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