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Contratto medici, dai sindacati no alle proposte Aran. Nessuna firma al buio

Ferma opposizione alla proposta contrattuale avanzata da Aran nell’ambito del rinnovo del contratto collettivo. Ad esprimerla Smi, Cimo-Fesmed e Anpo-Ascoti-Fials medici che sottolineano la non disponibilità ad accettare il testo nella versione proposta, segnalando le principali criticità e le zone di intervento. Ii segretario generale Smi Pina Onotri spiega come le aspettative verso la proposta contrattuale siano state «disilluse» da Aran: «Nonostante le proteste di tutte le rappresentanze sindacali determinate a sostenere la separazione dei Fondi contrattuali per le tm\ diverse voci della retribuzione, ARAN ha deciso per la riunificazione in un unico Fondo sia in senso longitudinale (tra le diverse voci dello stipendio), che trasversale (con la ramificazione tra le varie aree dirigenziali della Sanità), scelta che non condividiamo profondamente». Conseguenza della fusione dei fondi l’inevitabile finanziamento delle camere di tutti i professionisti sanitari tramite i fondi dei medici. La bozza presentata inoltre «non tiene conto della carenza dei medici delle difficoltà dell’avvio alla professione dei giovani medici, si preoccupa, solo, di delineare un contratto con un incremento, dopo oltre 10 anni di vacanza contrattuale, di 200 euro lode /anno. Una miseria, che lascia le retribuzioni a uno dei livelli più bassi in Europa».

 

Il sindacato si dice pronto a battersi per ottenere il riconoscimento delle competenze dei medici e delle giuste retribuzioni, adeguando le dotazioni organiche in risposta ai reali bisogni occupazionali e stabilizzando i precari con il rinnovo del turnover.

«Abbiamo chiesto la rettificata di molti punti della bozza ARAN ma davanti al quadro che ci viene proposto, saremo chiamati a una valutazione molto difficile rispetto all’apposizione della firma del nuovo contratto».

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Sulla stessa lunghezza d’onda Cimo-Fesmed e Anpo-Ascoti-Fials Medici notificano la volontà di non firmare il preaccordo sul contratto dei medici a meno che questo
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non recepisca le numerose istanze dei sindacati. Al centro della critica di Guido Quici, presidente del Patto per la Professione Medica, l’istituzione del fondo unico, che favorirebbe «una camera unica tra medico, sanitario non medico, veterinario e professioni sanitarie». Esisterebbe inoltre il concreto rischio di sperequazioni tra i medici attraverso travasi di fondi o da medici e altri diligenti sanitari.

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Sebbene il testo possa sembrare adatto ad alcuni «gli aderenti al Patto Federativo per la Professione Medica – Cimo-Fesmed e Anpo-Ascoti-Fials Medici – ritengono, invece, che i testi su cui si è discusso fino ad oggi siano inadeguati anzi indecenti perché danneggiano la professione medica in termini morali professionali, economici e normativi. Riteniamo, inoltre, che sia un contralto politico voluto dalle regioni, e principalmente da una, con l’obiettivo di aprire una corsia preferenziale ad altre figure professionali sanitarie con i soldi accantonati dai medici». Un testo «pieno di insidie e trucchi punitivo e irresponsabilmente vessatorio sui medici», quello proposto da Aran, che se non dovesse presentare radicali modifiche comporterebbe la rinuncia alla firma del pre-accordo, lo stato di agitazione degli iscritti e la promozione di assemblee nei presidi sanitari e ospedalieri «Il nostro NO al pre-accordo sarà innanzitutto un NO POLITICO a difesa della professione medica ed anche un NO TECNICO rispetto alla presunta volontà di escludere dal testo, in questa fase finale, decine e decine di disapplicazioni di norme contrattuali pregresse, che di fatto condizioneranno pesantemente il futuro contratto», prosegue Quici.

 

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