COMUNICATO STAMPA

CIMO, SU PENSIONI GOVERNO DISCRIMINATORIO E DOLOSO CONTRO I DIRIGENTI

 

Roma, 12 dicembre 2018 – Basta con le vessazioni su una categoria di professionisti che ha contribuito con impegno e alta competenza al Paese e basta con una propaganda basata su campagne di odio sociale irresponsabili. Con questa posizione CIMO e il suo coordinamento CIMO pensionati ribadisce con forza l’opposizione e lo sconcerto per le ennesime proposte di intervento del governo sulle pensioni superiori a una certa soglia, a prevalente danno dei dirigenti. 

 

Allineandosi alle note posizioni di CIDA, CIMO pensionati ricorda innanzitutto l’assai dubbia costituzionalità del provvedimento, in quanto agisce su una sola fascia sociale anziché sulla fiscalità generale per un contributo che, in questi termini, piuttosto che solidale, sarebbe nettamente discriminatorio. Se infatti la motivazione dichiarata di un simile intervento è quella di una presunta equità, essa non può e non dovrebbe esser perseguita se non attraverso la fiscalità generale rispetto a un prelievo forzoso sugli assegni pensionistici di una specifica categoria, che ha peraltro versato nella sua vita lavorativa spesso molto più di quanto stia percependo o prevede di percepire in pensione. 

 

Si tratta di versamenti proporzionali stabiliti dalla legge, versamenti effettuati, nella stragrande maggioranza dei dirigenti e certamente nella totalità dei casi dei medici della dipendenza, da quanti hanno lavorato ad elevati livelli di responsabilità, con impegni senza orario e totale disponibilità verso il servizio pubblico e la salute dei cittadini. Che verso costoro si orchestri una campagna di contrapposizione con le altre componenti della società è non solo assurdo ma soprattutto irresponsabile e miope.

 

Infine, ribadisce CIMO pensionati, non si può accettare di essere letteralmente defraudati di un importo legittimamente ottenuto e correttamente calcolato in base ai contributi versati, che spesso sono stati superiori a quanto viene e verrà restituito: abbiamo quindi già notevolmente dato, anche non volendo includere i contributi di solidarietà già in vigore, al bilancio dello stato e alle iniziative di redistribuzione sociale. 

 

“Stiamo sostenendo una battaglia anche sui principi, per i diritti di tutti. Diritti non considerati acquisiti ma semplicemente legittimi perché corretti e basati sul giusto equilibrio di restituzione in base a quanto dato, non solo economicamente, alla collettività” commenta Guido Quici, presidente nazionale CIMO. “Il comportamento del governo sulle pensioni demagogicamente indicate come “d’oro” è doloso perché accende profonde discriminazioni e non riconosce né il merito né la solidarietà già in atto. Ed è colposo nell’evidente superficialità e approssimazione delle diverse e contraddittorie proposte di intervento, che ci auguriamo vengano ritrattate”.


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