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CONTRATTO MEDICI, QUEI NUMERI DELLE REGIONI CHE NON TORNANO

Roma, settembre – CIMO esprime piena soddisfazione per la rottura delle trattative sul contratto della dirigenza medica in ARAN e l’apertura dello stato di agitazione comunicato insieme alle altre organizzazioni sindacali. Sottolinea, inoltre, che una delle principali ragioni che impedisce il rinnovo del contratto è strettamente legata agli accantonamenti che le regioni avrebbero dovuto sostenere, e che pare non abbiano fatto.
CIMO ha esaminato i dati del Conto Economico delle Regioni (fonte: NSIS del Ministero Salute) estrapolando gli accantonamenti dei rinnovi contrattuali nel periodo di riferimento . Mentre per i . medici della medicina convenzionata risultano essere stati accantonati milioni (elemento che ha consentito di destinare mln di euro alla sigla dell’Accordo Collettivo Nazionale di questa categoria), per i circa . medici dipendenti del SSN le Regioni hanno invece accantonato, per i sei anni indicati, solo ,9 milioni, somma irrisoria alla quale peraltro hanno contribuito per il % solo due regioni, Lombardia ed Emilia Romagna.
Va ricordato che l’obbligo all’accantonamento per i rinnovi contrattuali del personale dipendente del SSN è determinato da precise disposizioni di legge, indipendentemente dal blocco del contratto di lavoro in vigore in quel periodo (vedi disposizioni nell’art. 9 DL del .. e nell’art. 2 comma della Legge di Bilancio n. /).
Un’analisi sugli effetti delle misure adottate per ridurre i costi della sanità (dati: Conto Annuale del Ministero dell’Economia e delle Finanze) permette di evidenziare che le Regioni hanno accumulato risparmi sul costo del personale sanitario pari a oltre 2,6 miliardi tra il e il grazie a calo dei dipendenti, blocco del turnover, riduzione degli incarichi nelle strutture e mancato rinnovo contrattuale, cifra alla quale ogni medico ha contribuito con una perdita media di euro al mese nella propria busta paga.
In questo periodo i dipendenti del SSN sono diminuiti di circa . unità e le riorganizzazioni delle aziende sanitarie ha portato a un calo del % delle unità complesse e del ,% di quelle semplici. Parallelamente, nonostante gli anni di crisi economica, le Regioni hanno visto incrementare la ripartizione del FSN di 4,5 miliardi, da ,6 mld () a mld ().
“Nonostante tutto questo, degli accantonamenti dovuti per il rinnovo del contratto dei medici dipendenti nei bilanci delle Regioni vi è scarsa traccia, o comunque una traccia inquietante. Non vi è poi alcuna notizia riguardo agli accantonamenti per gli anni dal ” – commenta il Presidente Nazionale CIMO, Guido Quici. “Resta il fatto che quello delle risorse economiche negate è il sintomo più evidente di una politica che gioca al ribasso sulla qualità del lavoro e dei livelli di servizio della sanità pubblica.”

CS CIMO_27_09_2018