RASSEGNA STAMPA

Manovra finanziaria, Cimo-Cida chiede chiarezza sui numeri prima di nuovi tagli alla sanità

 

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«Con la legge di bilancio 2018, all’esame del Parlamento, abbiamo fatto tredici, ovvero sono tredici le finanziarie consecutive che introducono tagli lineari alla sanità, riducono ed impoveriscono il personale sanitario, deprimono e dequalificano il ruolo del dirigente medico. Finanziarie che portano a privilegiare la sanità privata rispetto a quella pubblica e a creare una situazione di contrapposizione fra medici, personale sanitario e ii cittadini-pazienti».DOTT--QUICILo ha detto Guido Quici, presidente di Cimo-Cida, durante la manifestazione a Roma delle categorie del settore (Anaao Assomed , Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Fvm, Federazione Veterinari e Medici, Fassid-Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti, Fials Medici, Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica e Veterinaria)  per protestare contro i tagli della legge di bilancio 2018 alla sanità e proclamare un primo sciopero per il 12 dicembre. «Si sta per aprire una stagione elettorale che si prevede dura e senza esclusione di colpi ma il diritto alla salute è un bene troppo prezioso per finire stritolato nelle liti fra partiti. Occorre che le forze politiche dicano chiaro, da subito, quale welfare hanno in mente, quali risorse sono disponibili e che priorità ha la salute pubblica all’interno dei loro programmi. Le cifre parlano chiaro – ha aggiunto Quici – la politica del de-finanziamento parte dal 2004, quattro anni prima della crisi economica, con la legge Finanziaria n.311 che impone risparmi per 2,6 mld e il limite assunzioni per il triennio 2005-07. Con quella del 2018, di cui si sta occupando il Parlamento, siamo alla finanziaria dei bonus e dei malus. Abbiamo i bonus bebè, elettrodomestici, giardini, case, mobili, ecobonus, bonus cuscinetto per le banche e i malus, come l’abolizione della piramide dei ricercatori, finanziamento Ccnl sanità, lavori usuranti medici. Prendiamo il grande accusato, il costo del personale, nel 2010 ammontava a oltre 36 mld, nel 2015 (ultimi dati disponibili) è sceso a poco più di 34 mld, con un calo di 2 mld, di cui 800 milioni per i soli dirigenti medici. Cresce invece la voce relativa agli acquisti, che passa dai 14,8 mld del 2010 ai 17,9 mld dal 2015, con un aumento di circa 3 mld. Ma a pesare di più è la spesa per acquisti dei servizi, pari a 56,4 mld nel 2010 e poco meno nel 2015, con 56,2 mld e un risparmio pari a poco più di 140 milioni di euro. Tuttavia a calare, in realtà, è l’ammontare dei servizi sanitari (-307mln di euro), mentre il capitolo degli acquisti dei servizi non sanitari aumenta, salendo dai 7,5 mld del 2010 ai 7,65 mld del 2015. Quindi è indispensabile un’operazione di chiarezza prima di parlare di nuovi e ulteriori tagli alla sanità. Insomma – conclude il presidente di Cimo-Cida, i contenuti della Legge di Bilancio 2018, ed il disinteresse per il rinnovo del Ccnl dei dirigenti sanitari dopo 8 anni di blocco, esprimono chiaramente una visione politica del Sistema Salute Italia tendente a colpire e demotivare chi lavora a favore della tutela della salute dei cittadini, anche allo scopo di raggiungere l’obiettivo di una sanità sempre meno pubblica, con  il rischio di un pericoloso abbassamento della qualità e della sicurezza delle cure, rischio che non può e non deve essere sottovalutato, o peggio ignorato, da chi governa il Paese».