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Cimo: stabilizzare i contratti dei ricercatori. No alla bancarotta della ricerca italiana

Stabilizzare il lavoro dei ricercatori impiegati presso gli Irccs. Lo ribadisce in una nota Cimo chiedendo che venga posta in essere la proposta che era uscita dagli incontri tenuti al Ministero della Salute per inquadrarli con contratti a tempo determinato e con una progressione di carriera legata alla produttività scientifica. Si continua a dire, sottolinea la nota Cimo, che la ricerca italiana in campo biomedico produce molto pur ricevendo pochi finanziamenti rispetto ai concorrenti internazionali ma nello stesso tempo non si fa nulla per garantire continuità alla carriera dei ricercatori, professionisti portatori di competenze elevate e che le condizioni attuali spesso spingono a cercare all’estero quello che non trovano da noi con un doppio danno per il Paese (perdita del capitale investito per formarli e dei futuri ricavi legati al progresso scientifico nell’ambito soprattutto delle ricerca traslazionale). La mancata attuazione della proposta condivisa col ministero per regolarizzare i contratti atipici metterebbe in ginocchio, continua Cimo, la ricerca biomedica italiana condannandola alla marginalità più assoluta. E’ quindi essenziale che la legge di bilancio sia finanziata la stabilizzazione dei ricercatori.
Cimo, in conclusione, si appella al Governo perché si faccia carico delle proposte uscite dal Ministero della Salute e si decida a finanziare una spesa produttiva, che mira allo sviluppo del Paese e che caratterizza le economie avanzate se ancora riteniamo che l’Italia ne faccia parte.