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Cimo, una nuova legge per migliorare il sistema delle emergenze-urgenze

Riformare tutto il sistema dell’emergenza-urgenza attraverso una nuova legge e la preparazione di un unico medico specializzato. Lo chiede la Cimo che spiega quanto questo sistema sia complesso:  “non inizia e finisce in un ambulatorio – hanno spiegato – ma si organizza e si articola in percorsi strutturati e codificati tra il territorio e l’ospedale e oggi anche tra ospedali”. Ecco i contenuti del DOCUMENTO. 

 

Formare la figura di un unico medico esperto di emergenza sanitaria e migliorare l’intero sistema di gestione delle urgenze attraverso una nuova legge. Sono queste le due proposte cardine lanciate da Cimo Emergenza, in occasione del suo annuale appuntamento a Firenze. Sono trascorsi quasi 25 anni dall’istituzione del sistema di emergenza ed, oggi, rappresenta uno degli ambiti più critici del SSN. 
  
Al termine dell’incontro, i professionisti del settore hanno redatto un documento, dove evidenziano la necessità del riconoscimento, a tutti i livelli, del medico di emergenza-urgenza. Tra gli altri problemi sollevati anche quello di un servizio poco omogeneo che, invece, dovrebbe risultare uguale su tutto il territorio nazionale: “è necessario un aggiornamento e una rivisitazione del servizio e del modello – hanno sottolineato i rappresentanti di categoria – al fine di renderlo sempre più efficace, efficiente ed omogeneo su tutto il territorio nazionale, concetto che ancora oggi non risulta completamente applicato”. 
  
Le diversità tra Regione e Regione, secondo il sindacato dei medici, sarebbe da rintracciare nella differente applicazione del DPR 29 marzo 1992,” legge ormai anziana – hanno aggiunto – non operativa in maniera omogenea, e quindi da attualizzare per affrontare le nuove e le future sfide”. 
  
Nel documento programmatico è specificato anche che “le varie Scuole universitarie in medicina di emergenza-urgenza ogni anno riescono a specializzare un numero ancora esiguo di medici rispetto alle necessità, tenuto anche conto delle piante organiche e dell’importante turnover che questa branca della medicina presenta”. Anche per quanto riguarda la formazione universitaria ci sono evidenti disparità tra le varie regioni della penisola. “Di conseguenza – ha sottolineato il Sindacato dei Medici – il sistema è tuttora composto per la grande maggioranza da medici non specialisti in medicina di emergenza-urgenza, ma che di fatto, occorre riconoscere, lo sono diventati con l’esperienza lavorativa e con i tanti corsi formativi specifici della materia eseguiti e verificati nelle Aziende sanitarie”. 
  
La richiesta, dunque appare chiara: per migliorare il sistema di emergenza- urgenza è necessario rendere omogenei sia le figure professionali con i relativi contratti, sia i servizi offerti per la definitiva rifondazione di un sistema che garantisca uniformità di qualità ed efficienza su tutto il territorio nazionale.