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Cimo: “I Pronto Soccorso sono la trincea della sanità pubblica”

“Il pronto soccorso è il posto dove su pazienti e operatori sanitari sono scaricate tutte le inefficienze organizzative. Questo emerge dal rapporto TDM-Cittadinanza e SIMEU sullo stato di salute dei Pronto Soccorso italiani. Uno spaccato della sanità italiana non nuovo ai pazienti ed operatori sanitari ma certamente ben conosciuto da chi ritiene che il sistema di emergenza-urgenza non debba rientrare nelle scelte strategiche della sanità perché eccessivamente denso di problemi e rischi a fronte di fattori produttivi poco interessanti”. Questo il commento di Guido Quici, vicepresidente vicario di Cimo. 
  

“E’ l’ennesimo esempio, questo – prosegue Quici – di diseguaglianza tra i cittadini per effetto della estrema regionalizzazione dei processi organizzativi sanitari. Ed è anche la dimostrazione della mancata volontà di realizzare una Rete Unica della Emergenza ed Urgenza anche attraverso l’istituzione di un ruolo unico per i medici che lavorano nei 118, nei Pronto Soccorso, nei DEA, superando la molteplicità dei contratti professionali nel settore delle emergenze”. 
  

“Non è più tollerabile – aggiunge – che chi lavora nell’emergenza sia destinato solo a fare il ‘lavoro sporco’, abbandonato a se stesso ed in situazioni di cronica precarietà assumendo, spesso, anche il ruolo di ‘parafulmine’ nei confronti dei pazienti e familiari vittime di organizzazioni obsolete dove i lunghi tempi di attesa, gli spazi ridotti, le dotazioni scarse ed il sovraffollamento sono la regola. I dati emersi dal rapporto sono molto interessanti in termini di inadeguatezza degli spazi e delle risorse ma anche relativamente alla carenza delle OBI segno, questo, di una mancata applicazione degli standard e, soprattutto, di una incompleta ed inefficace rete di Emergenza e Urgenza”. 
  

“E’ condivisibile quanto sostiene Aceti rispetto alla necessità di investire nei Pronto Soccorso per migliorarli e renderli più accessibili ed umani, anche attraverso l’adozione in tutte le strutture degli otto punti previsti nella Carta dei Diritti al Pronto Soccorso – conclude Quici – E per chi lavora nei Pronto Soccorso, vorrei aggiungere almeno altri due diritti : la valorizzazione e gratificazione professionale certa di chi lavora in condizioni di estremo disagio e complessità e, soprattutto, l’implementazione obbligatoria in tutte le aziende della Raccomandazione Ministeriale n. 8 del 2007 relativa alla protezione e prevenzione da atti di violenza a danno degli operatori sanitari”.