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Spese personale Ssn, Ragioneria dello Stato: Regioni in deficit in coda alla classifica

Lazio e Campania regioni con tanto personale in sanità? Niente di più falso. L’indagine della Ragioneria dello stato 2004-2014 rivela un progressivo impoverimento in controtendenza con il resto delle regioni, anche quelle in piano di rientro. In Campania, mentre nel resto d’Italia nei 10 anni considerati la spesa per medici, infermieri ed altri dipendenti Ssn cresceva del 18% (con le regioni in piano di rientro su 10%, la Lombardia al 30% e Bolzano al +51%), la Campania è diminuita di uno 0,5%. In più, mentre a Bolzano la quota per il pagamento dei dipendenti è pari al 50% del budget 2014, nel Lazio -ultimo in classifica – è pari a metà, il 25,9%. «Non sarà tutta colpa dei piani di rientro ma in Campania siamo sorvegliati dal 2007 e da allora non è possibile realizzare il turn-over», dice Antonio De Falco segretario del sindacato ospedalieri Cimo Campania.

«Ci sono reparti con tre unità, che ora devono razionalizzare gli interventi per via della direttiva orari Ue e che -data l’età media del personale medico- tra un anno-un anno e mezzo per via della legge Fornero si spopoleranno. Come farà la nostra regione, agli ultimi posti nel rapporto sull’erogazione dei livelli essenziali di assistenza proprio nelle voci dove il peso del personale è incomprimibile, quale l’assistenza alla persona?» In Lazio già nel 2004 c’era un’incidenza della spesa di personale molto bassa, in un contesto dove partivano le prime esternalizzazioni e dove il privato pesa per il 45% dell’offerta sanitaria: i tagli lineari avevano preceduto gli anni dei piani di rientro? «I tagli ufficiali sono partiti nel 2007-08, e si aggiungono alle mancate sostituzioni di chi va in pensione. Piuttosto va detto che rispetto all’indagine le cose potrebbero essere ancora peggiorate in quanto tra 2013 e 2014 sono iniziati nuovi tagli e accorpamenti di reparti», dice Guido Coen Tirelli segretario Anaao Lazio. «Peraltro i dati della Ragioneria considerano solo i dipendenti e non i convenzionati e i precari con contratti a progetto e vari, gli atipici che sono 1700 (da aggiungere a 1000 contratti a tempo determinato) e che pure erogano livelli essenziali di assistenza. In sostanza, sottostimano l’importanza del personale per la sanità laziale. La regione da tempo esternalizza servizi ma forse qualcuno dimentica che anche queste sono spese per il servizio pubblico e che, se gli esborsi totali diminuiscono di poco, in provincia, a Latina o Frosinone, vivono sui precari anche reparti H24 come i pronti soccorso. Come Anaao abbiamo chiesto al governatore Zingaretti di stabilizzare chi lavora a tempo determinato a seguito di concorso o avviso pubblico, e di intervenire sugli atipici, ad oggi stabilizzati solo al 2016».

A seguito della direttiva europea sugli orari che ha svuotato molte corsie il governo in Finanziaria ha concesso alle Regioni assunzioni in deroga su cui però si riserva di dare l’ok a marzo; i tempi rischiano di essere lunghi e in alcune zone della Campania si è assunto. Per De Falco, «si tratta di assunzioni mirate, che non colmano a volte nemmeno metà fabbisogno, magari non entrano dopo mesi, non salvano la sanità del sud dalla legge, certificata dai dati di Ragioneria, che in tempi grami chi ha meno sta sempre peggio».