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Dopo l’intervento di De Filippo/2. Cassi (Cimo): “La cabina di regia non convince. Rischio assemblea di interessi contrastanti”

Anche se è sicuramento un superamento di un metodo che ha portato all’approvazione di norme settoriali frutto di lobbies potenti, senza coinvolgere altri che ne venivano coinvolti. Momenti di confronto tra le professioni sono importanti e necessari, ma temiamo che un organo così pletorico non sia in grado di produrre risultati concreti 

Abbiamo apprezzato le dichiarazioni del Sottosegretario De Filippo che confermano l’impegno espresso dal Ministro Lorenzin durante l’ultimo incontro di avviare un tavolo di confronto permanente sulle principali questioni della salute.

Importante è anche il riferimento alla necessità di un’area autonoma di contrattazione per affrontare i temi specifici dei Medici e delle altre professioni sanitarie rispetto ad altri settori pubblici, ma questo deve avvenire senza creare un nuovo contenitore dove far confluire indistintamente tutti gli operatori della salute, altrimenti non si farebbe che cadere in nuovo errore.

Occorre infatti una netta inversione di tendenza che recuperi la specificità della professione medica, che le varie riforme succedutesi dalla 761/79 hanno sempre più svilito nel tentativo di farle perdere identità all’interno di una “dirigenza sanitaria” nella quale confluiscono professionalità ben diverse.

Importante è anche il fatto che sia rimesso all’ordine di giorno, come CIMO aveva chiesto durante l’incontro, il decreto delegato previsto dall’art. 22 del Patto per la Salute, senza il quale non solo l’esclusione della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria dal ruolo unico prevista dalla Madia non trova applicazione, ma non si potranno trovare le soluzioni ai tanti problemi che si trascinano da anni: precariato, carriera, premio del merito, ruolo.
Tra l’altro non comprendiamo il recupero della dirigenza PTA che invece è entrata nel ruolo unico regionale.

Temiamo però che il tempo perso per i veti incrociati tra MIUR e Regioni su accesso e formazione, che peraltro non sembrano risolti, ci costringerà ad affrontare il nuovo contratto in un contesto normativo ormai superato ed inadeguato a risolvere i gravi problemi che la mancata riorganizzazione delle rete, l’adeguamento delle strutture complesse agli standard attuata solo con la riduzione dei Direttori delle stesse lasciando immutata la parcellizzazione sul territorio, le innovazioni organizzative interne affidate alla fantasie dei singoli, senza un modello chiaro di riferimento, il mancato turn over ecc. stanno creando alla tenuta del SSN.

Infine, abbiamo molte perplessità sulla possibilità di una “cabina di regia” così strutturata di poter essere produttiva di proposte e soluzione, in quanto si tratterebbe di un organo assembleare formato da un centinaio di persone portatori di interessi diversi, se non contrastanti. La presenza delle Regioni, fino ad adesso refrattarie ad ogni confronto con i sindacati, ancorché obbligatoria fino alla non rinviabile riforma del titolo V, rende la questione più complicata perché hanno più volte dimostrato con i loro atti, ultimo lo scippo dell’accessorio relativo alle strutture soppresse, che non hanno alcun interesse a valorizzare il merito e la professionalità dei medici e degli altri operatori, ma solo ad aumentarne compiti e mansioni in chiave di esclusivo risparmio economico.

La “cabina di regia” è sicuramento un superamento di un metodo che ha portato all’approvazione di norme settoriali frutto di lobbies potenti, senza coinvolgere altri che ne venivano coinvolti; momenti di confronto tra le professioni sono importanti e necessari, ma temiamo che un organo così pletorico non sia in grado di produrre risultati concreti.

Comunque CIMO non intende sfuggire al confronto ed intende collaborare a questa volontà riformatrice, che però richiede preliminarmente un dibattito interno alla professione che produca una visione quanto più unitaria possibile, ma senza compromessi al ribasso, sui temi sui quali saremo chiamati a discutere e che condizioneranno pesantemente il nostro prossimo futuro. La FNOMCEO si sta muovendo in questo senso e per questo associazioni sindacali importanti rappresentative di tutto il mondo del lavoro medico si sono riunite in Alleanza per la professione.