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Decreto semplificazioni: cade obbligo RC ad agosto sui medici (Doctor33)

Il futuro della Sanità si gioca a Palazzo Chigi: al disegno di legge per ristrutturare la pubblica amministrazione, si affianca il decreto legge “semplificazione e crescita” che riporta a 5 mila gli specializzandi dal 2015 e dà ai medici la possibilità di prescrivere  terapie per una durata fino a 6 mesi nella stessa ricetta. In ballo è  anche l’abrogazione dell’obbligo di assicurarsi per i medici ospedalieri, previsto dalla legge Balduzzi. Se passa la misura ancora allo studio del governo (e in precedenza prevista dalla bozza) per i dirigenti Ssn ora dovrebbe subentrare l’obbligo di copertura da parte dell’ospedale, come ventila Riccardo Cassi presidente Cimo. «Oggi – spiega Cassi – sono le aziende sanitarie in caso di condanna a dover
risarcire il cittadino, salvo rivalersi sul medico in caso di dolo o colpa grave. Peraltro, se il medico del Servizio sanitario, come diceva la riforma delle professioni dpr 137/2012 in attuazione del dl 138/2011, fosse stato obbligato ad assicurarsi per una RC professionale (e non a copertura della sola rivalsa per colpa grave come è oggi), la copertura del medico avrebbe sgravato le Aziende dal risarcimento e quindi dalla necessità di assicurarsi o di provvedervi con l’autogestione, mentre il medico avrebbe dovuto farsi carico di una polizza del costo di alcune migliaia di euro/anno. Con la novità in arrivo invece la questione resta regolata dal contratto». Ma torniamo al decreto legge appena approvato: esso prevede anche l’obbligo per i medici dipendenti di pensionarsi se hanno 40 anni di contributi. Ci sarà un tetto del 10% sui contratti a tempo, e chi va in pensione non potrà più assumere incarichi dirigenziali. Cassi avverte: «L’estensione della rottamazione ai direttori di struttura, senza regole, rischia di diventare una decimazione delle figure apicali». Il decreto centralizza poi la nomina dei direttori generali: ci sarà una prova unica nazionale per la selezione dei manager al termine della quale, se superata, il manager è iscritto in un elenco tenuto dal ministero della Salute al quale le giunte attingerebbero per le loro scelte. Per i cittadini, il decreto prevede infine la possibilità -se si è in cura da non meno di 6 mesi – di ottenere sulla stessa ricetta prescrizioni fino a sei pezzi: la copertura cambia a seconda della terapia ma per i cronici si va ai 6 mesi teorici.
(di Mauro Miserendino)