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Intervista a Lorenzin. Medici e operatori: “Bene su finanziamento e Patto ma su personale servono risposte concrete” (Quotidiano Sanità)

Commentano la nostra intervista al ministro della Salute: Cecilia Taranto (Fp Cgil), Massimo Cozza (Fp Cgil Medici), Riccardo Cassi (Cimo-Asmd), Costantino Troise (Anaao-Assomed), Roberto Lala (Sumai-Assoprof).

“Apprezzabili gli impegni della Lorenzin, mancano confronto e contratti”, commentano Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil, Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici

“Abbiamo letto – affermano – con interesse l’intervista rilasciata a Quotidiano Sanità dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, con la quale condividiamo la difesa da ulteriori tagli del fondo sanitario nazionale e la decisione di reinvestire in sanità le risorse che potrebbero venire da una lotta agli sprechi e alle inefficienze, alle quali vorremmo aggiungere il dovere di contrastare la corruzione e l’illegalità”.

“Apprezziamo – prosegue la nota – la chiarezza sulla necessità di una riforma del Titolo V e in particolare sulla necessità di definire a livello nazionale la governance e i Lea, ma anche gli standard, a partire dal fabbisogno del personale, che deve essere chiaramente definito per le diverse tipologie organizzative”.

“Aspettiamo – specificano i sindacalisti della Fp Cgil – l’annunciata proposta sulla responsabilità professionale, fino a oggi invano richiesta, che deve affrontare anche per via legislativa il tema del giusto risarcimento in tempi brevi per i cittadini e la possibilità per i medici e gli operatori della sanità di lavorare con serenità quando agiscono in scienza e coscienza. E bene ha detto la Lorenzin sul risparmi di oltre 10 miliardi che si avrebbero per tutto il sistema con il superamento della medicina difensiva: una virtuosa spending review fino ad oggi non attuata”.

“Finalmente – evidenziano – il Ministro della Salute afferma che il passaggio dall’ospedale al territorio non è gratis e che per l’informatizzazione servono risorse. Chiediamo al Ministro che con la stessa fermezza affermi che non ci può essere un contratto solo normativo a costo zero. E senza rinnovi, con contratti e convenzioni bloccati da 5 anni e con le retribuzioni congelate, con decine di migliaia di precari solo prorogati e non stabilizzati, non è possibile una riorganizzazione del sistema. I cittadini non si curano da soli: servono medici ed infermieri (e non solo), motivati e valorizzati nelle loro professionalità”.

“Infine – conlcudono – chiediamo al Ministro di aprire un confronto su tutti questi temi, a partire dal Patto per Salute, con i sindacati che rappresentano chi quotidianamente garantisce le prestazioni sanitarie ai cittadini negli ospedali e sul territorio. Non bastano le interviste”.

Stessa lunghezza d’onda anche  per il presidente della Cimo-Asmd Riccardo Cassi che sottolinea come “sia da giudicare in maniera positiva la battaglia condotta dal Ministro per mantenere il livello di finanziamento così come va nella giusta direzione il lavoro con le Regioni sul Patto per la Salute”. Ma il giudizio non è positivo rispetto soprattutto a due argomenti caldi: personale Ssn e colpa medica. “Su questi aspetti il Ministro non fornisce risposte concrete. Il personale sembra sempre venire ultimo. Attendiamo inoltre di essere riconvocati per un confronto, visti anche i tempi stretti con cui si vuole chiudere il Patto. La categoria si attende più di qualche accenno”.

“Dal punto di vista del finanziamento apprezziamo l’intervento del Ministro che ha salvaguardato le risorse. Fondi che voglio ricordare sono del 30% inferiori rispetto a quelle degli altri Paesi Ue nostri competitor”, afferma il segretario nazionale dell’Anaao-Assomed Costantino Troise che specifica anche come è “positivo il fatto di far restare all’interno del comparto i risparmi ottenuti dalla riorganizzazione del Ssn”.

“Ma i problemi – precisa Troise – sono plurimi e il Ministro dovrebbe iniziare col premere per recuperare il miliardo e mezzo che è stato tolto ai medici. Occorre valorizzare il lavoro dei professionisti, non solo in termini di fabbisogno. Se altre categorie del comparto pubblico sono state salvaguardate (professori scolastici, magistrati per esempio) i medici continuano a veder mortificato il loro lavoro”.

“Altri temi – prosegue il leader dell’Anaao-Assoemed – sui cui siamo perplessi riguarda poi il Dl Precari su cui il Ministro non può farsi da parte e poi c’è il tema delle aree contrattuali su cui ‘non ci sono nemmeno le zampe del tavolo di confronto, senza dimenticare la formazione che non può essere gestita esclusivamente dall’università come se il resto del sistema non ci fosse e non fosse interesse del Ssn seguire la formazione dei professionisti di domani”.

“Sul Patto – conclude – è positivo che vi sia l’intenzione di chiuderlo in tempi brevi ma ribadisco quanto già detto al Ministro: non sia un Patto solo in cui si definiscono le risorse. Serve un Patto per la Salute e dev’essere discusso anche con chi nel Ssn vi lavora tutti i giorni. Restiamo in attesa di un incontro come del resto già dichiarato dal Ministro stesso”.

“Le parole del Ministro in merito ai finanziamenti e alo status dei lavori sul Patto per la Salute fanno ben sperare anche perché si tratta della cornice di regole essenziali per poter riorganizzare compiutamente il Ssn” sostiene il segretario generale del Sumai-Assoprof, Roberto Lala.

“Devo ammettere però – prosegue il segretario degli specialisti ambulatoriali interni – che sul tema del personale servono risposte più concrete. Bene il provvedimento sui precari ma non si può continuare ad ignorare chi lavora nel Ssn e che da anni fa sacrifici”.

Altro tema riguarda poi la riorganizzazione territoriale. “Sul punto concordiamo col Ministro che ‘non siamo all’anno zero’ ma non possiamo negare come in questi anni di ‘non governo’ della riforma territoriale ogni Regione è andata per conto suo ignorando de facto i dettami normativi che impongono, nel rispetto delle particolarità di ogni territorio, un minimo comun denominatore. Serve a questo punto un assunzione seria di responsabilità sia delle Regioni che da parte del Governo. E risposte le attendiamo sulla questione della responsabilità professionale, perché siamo quasi allo scandalo”.