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SANITA’ IN SCIOPERO. STOP A 500 MILA VISITE. RINVIATI 30MILA INTERVENTI.OGGI PROTESTA DI DIRIGENTI MEDICI E VETERINARI (IL MESSAGGERO)

ROMA Rinvio per 30mila interventi chirurgici e 500milavisite specialistiche. L’incontro tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e la dirigenza del servizio sanitario non ha portato alla revoca dello sciopero di quattro ore ad inizio di ogni turno indetto per oggi. Blocco dell’attività negli ospedali e blocco dei controlli nei mercati ittici e ortofrutticoli. Protestano anche i veterinari: oggi niente macellazione.

E per stamattina è stato organizzato un sit in davanti al ministero dell’Economia. A questo insolito sciopero (mai fino ad oggi era stato deciso un blocco di questa entità in piena estate), dunque, oltre ai medici e i veterinari (120mila dipendenti) parteciperanno anche gli amministrativi e i tecnici (poco più di ventimila). Contro la mancanza di risorse, il blocco del contratto che è congelato da cinque anni e le condizioni di precariato di circa 10mila camici bianchi.

LA CHIRURGIA
Oggi saranno assicurate le emergenze, assistenza nelle sale rianimazioni e nelle sale parto. Verranno, però, rimandati gli interventi, gli esami e i controlli programmati. Disagio che coinvolgerà sia chi è ricoverato sia aveva appuntamenti per visite o terapie negli ospedali. Da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato una lettera alle aziende sanitarie con la richiesta di riprogrammare subito i servizi oggi negati («Non tornare a casa senza una nuova prenotazione della prestazione» è il consiglio). Giovedì scorso l’incontro con il ministro per cercare di evitare lo stop di oggi. I sindacati hanno riconosciuto la «grande disponibilità» di Beatrice Lorenzin ma «visto che non c’è nessuna novità lo sciopero viene confermato».

IL PERSONALE
«Basta fare un giro nei pronto soccorso per capire a che punto siamo arrivati – commenta Costantino Troise, segretario del principale sindacato degli ospedalieri, l’Anaao -. Troviamo barelle usate come posti letto, pazienti sulle scrivanie o in piedi. O nei reparti dove il personale è ridotto al lumicino perché chi va in pensione non è sostituito». Proprio il capitolo precari, questa volta, ha un ruolo determinante nella protesta. Precari che ormai, nella maggior parte degli ospedali, sono circa uno su tre. Contratti a termine, spesso rotazione continua (con ripercussioni sulla stessa competenza dei sanitari), sostegno degli specializzandi caricati di lavoro oltre misura. Tanto che, anche loro, hanno deciso di aderire alla protesta. Cristiano Alicino, presidente di Federspecializzandi: «Servono 100 milioni – dichiara ad un sito di settore Quotidiano sanità – pr allineare laureati e borse e trovare questa somma non è impossibile. Nodo centrale è lo sblocco del contratto. La mancanza di pianificazione ha portato alcune aree a ritrovarsi sguarnite».

LISTE D’ATTESA
Anche da qui l’allungamento delle liste d’attesa, le difficoltà nei reparti e, soprattutto, le complicazioni per accedere ai pronto soccorso. «La carenza di risorse e il ritardo sul contratto – spiega ancora Massimo Cozza segretario nazionale Fp Cgil medici – non garantiscono più il diritto alle cure. Né per noi né per i pazienti. Ci sono circa diecimila medici precari che lavorano nel servizio sanitario nazionale con partite Iva, a gettone, Co.co.co a questi colleghi dobbiamo dare delle risposte». Precari che rischiano di restare tali a tempo indeterminato.

IL NODO DELL’ASSICURAZIONE
Questione ancora aperta è quella dell’assicurazione da parte dei medici. Il termine per l’obbligatorietà è stato fatto slittare ad agosto prossimo ma, nel frattempo, i camici bianchi chiedono al governo di intervenire per mettere ordine in un settore della sanità che, se mal gestito, favorisce denunce e richieste esponenziali di risarcimenti. «Sarebbe meglio cambiare il concetto di colpa grave – interviene Riccardo Cassi della Cimo Asmd – quello che deve cambiare sono le regole quindi la ratio della colpa».

di (Carla Massi)