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SANITA’ LOMBARDIA: REGIONE ASSICURERA’ MEDICI, PROGETTO IN LEGGE RIFORMA = RIZZI, POSSIBILE RISPARMIO DI 50 MLN ALL’ANNO (ADNKRONOS SALUTE)

Milano, 14 mag. (Adnkronos Salute) – Verso un”assicurazione regionale’ per i medici degli ospedali lombardi. Cosi’ il Pirellone e’deciso a prendere di petto il problema della colpa medica e l’emergenza medicina difensiva, che in Italia genera ogni anno una spesa pari a oltre 10 milardi di euro. Ad annunciare il progetto, che dovrebbe rientrare nella cornice della riforma sanitaria regionale annunciata la scorsa settimana dal presidente lombardo Roberto Maroni e dall’assessore alla Salute Mario Mantovani, e’ il presidente Commissione Sanita’ Fabio Rizzi, intervenuto oggi al Tribunale Civile di Milano al convegno ‘Colpa medica – 10 mosse per salvare l’universalita’ del sistema sanitario nazionale’, organizzato da Cimo Asmd Lombardia.

“Nei 10 anni dal 2001 al 2010 – dice Rizzi – Regione Lombardia ha speso 831 milioni di euro in assicurazioni di responsabilita’ sanitaria per i propri professionisti. Nello stesso periodo, i risarcimenti sono stati di 311 milioni. Cio’ significa un ‘gap’ di mezzo miliardo di euro in 10 anni, che sono 50 milioni all’anno, appannaggio delle compagnie assicurative”. Da qui la volonta’ di “riportare in capo alla Regione un certo tipo di sistema assicurativo.Non solo per risparmiare 500 milioni di euro in 10 anni – precisa il presidente della Commissione Sanita’ – ma anche per innescare un volano virtuoso” che permetta di “recuperare finanziamenti freschi a disposizione delle strutture sanitarie”. Soldi che andrebbero “a vantaggio dei servizi, invece che delle casse delle compagnie assicuratrici”.

“Credo che una struttura come la nostra Regione, che ha un bilancio annuale di 22 miliardi di euro – spiega Rizzi all’Adnkronos Salute – abbia il dovere preciso di studiare la possibilita’ di un”auto-assicurazione’. Che sia in forma diretta, o in forma di brokeraggio interno o altro ancora, saranno i tecnici del settore a dirci cosa fare. Il concetto e’ che, come ente gestore di un servizio sanitario di queste dimensioni, Regione Lombardia il dovere di creare un sistema assicurativo sia per proteggere i propri professionisti, sia per dare risposte concrete ai propri cittadini quando devono essere indennizzati”. Ma ne guadagnerebbe anche l’appropriatezza delle prestazioni, perche’ l’idea di “creare un ‘protocollo procedurale’ per tutta una serie di prestazioni, per le quali la Regione risponderebbe dal punto di vista assicurativo a copertura dei professionisti”.

L’obiettivo della Regione Lombardia e’ “interrompere quel cattivo costume che e’ il ricorso alla medicina difensiva”. Un fenomeno in crescita esponenziale come “forma di difesa opposta dai medici alla spada di Damocle giudiziaria”, prosegue Rizzi.

Quello delineato dal presidente della Commissione Sanita’ e’ “un percorso che mi sembra abbastanza condiviso. Anche se, e’ inutile negarlo, una volta che la proposta verra’ ufficializzata ci saranno una serie di lobby che si metteranno di traverso. Sicuramente qualche problema ci sara’, ma sono convinto che la bonta’ della soluzione e’ tale per cui si trovera’ la quadra”, nell’ambito nell’annunciata “manutenzione della legge 31 che regola il servizio socio-sanitario regionale. Crediamo infatti che una cosa di questo genere non debba essere un decretino estemporaneo, ma qualcosa di strutturale che rientra nella legge”.

“Stabilito che Regione Lombardia, per quanto riguarda le ‘bad practices’, e’ la meno coinvolta sul piano nazionale – puntualizza Mantovani parlando al convegno – sono lieto che proprio qui si tenga questa occasione di approfondimento su un tema cosi’ rilevante come quello della colpa medica: la grande sfida della medicina, che non e’ una scienza esatta”. L’ex ministro della Salute Renato Balduzzi ha tentato di trovare delle soluzioni, ricorda il vice presidente lombardo, ma le osservazioni e le proposte lanciate dalla categoria durante l’appuntamento milanese “sono di grande rilievo e a Regione ha il dovere di tenerne conto”, si impegna l’assessore, nonche’ di “portarle e difenderle in sede nazionale”.14