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SANITA’: CIMO AI PARTITI, SSN RISCHIA DI MORIRE DI TAGLI E MALGOVERNO SERVE RIFORMA GLOBALE (Adnkronos Salute)

Il servizio sanitario nazionale rischia di morire sotto i colpi dei tagli e del malgoverno, ma nessun schieramento politico, gia’ in campagna elettorale, “ha ancora dichiarato cosa intende fare per salvarlo. Il dibattito sulla sostenibilita’ del sistema ha visto da parte di molti una difesa ideologica dell’attuale, senza offrire soluzioni concrete. Anche chi ha provato ad affrontare la questione in modo piu’ pragmatico non ha alla fine presentato proposte concrete”. E’ la denuncia del sindacato medico Cimo che, in una nota, ricorda l’importanza strategica del settore che rappresenta l’8% del Pil e la tutela della salute dei cittadini.

La Cimo si oppone “ai tagli lineari e alla difesa a oltranza di quello che si e’ rivelato fallimentare. Aumentare le tasse e’ impossibile, quindi occorre un intervento legislativo di riforma. Il Servizio sanitario nazionale e’ bene comune da difendere, ma questo non vuol dire non cambiare nulla. Quindi noi chiediamo ai partiti una riforma globale del sistema sanita’, a partire da una modifica del titolo V della Costituzione che dia al Parlamento e al Governo la facolta’ di determinare i livelli di assistenza e di intervenire con atti sostitutivi qualora le Regioni non mettano in atto i necessari provvedimenti. E poi la questione medica: far diventare dei professionisti dirigenti ha aggravato il problema. Le carriere sottoposte al vaglio della politica piuttosto che delle competenze professionali hanno fatto il resto”.

“Molti dicono ormai che il sistema non funziona, ma in concreto non viene fatto nulla. Le Regioni hanno affossato il Ddl sul Governo clinico e la legge Balduzzi non e’ intervenuta sulle origini del malfunzionamento. La riforma del Ssn dovra’ modificare lo stato giuridico dei medici; se la dirigenza e’ fallita, la strada non puo’ che essere quella di una categoria speciale, un percorso di carriera calibrato sulle specificita’ del lavoro medico, con una formazione continua ed una valutazione dell’attivita’ professionale alla base dell’attribuzione degli incarichi”.