Roma, 8 ottobre 2025 – «Apprezziamo l’intenzione del Ministro della Salute Orazio Schillaci di intervenire sugli stipendi dei sanitari, valorizzando l’indennità di specificità tramite un aumento o una sua defiscalizzazione – dichiara Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED commentando le ultime interviste rilasciate dal Ministro in merito alla Manovra -. Ci auguriamo tuttavia che tale intenzione si tramuti in fatti concreti, stanziando risorse che non siano vincolate al rinnovo del contratto 2025-2027. Gli aumenti dovranno quindi essere esigibili dal 1 gennaio 2026».
«È sufficiente prendere ad esempio quanto fatto nel 2020 dal Ministro Roberto Speranza, che riuscì ad aumentare del 27% l’indennità di esclusività della dirigenza medica e sanitaria e a fare in modo che i medici vedessero immediatamente tale beneficio in busta paga – continua Quici -. Invece la legge di Bilancio adottata lo scorso anno ha previsto un aumento dell’indennità di specificità medica vincolato al rinnovo del contratto. Soldi che, quindi, a un anno di distanza i medici ancora non percepiscono».
«Le promesse coniugate al futuro hanno fatto il loro tempo, perché gli stipendi dei medici sono i più bassi d’Europa oggi, ed è questo uno dei motivi che li spinge ad abbandonare la sanità pubblica. Gli aumenti previsti dal CCNL 2022-2024 che stiamo discutendo in Aran sono irrisori, perché devono allinearsi al resto della pubblica amministrazione, e per la maggior parte già percepiti tramite l’indennità di vacanza contrattuale. Occorre quindi un segnale politico e concreto ora», conclude il Presidente CIMO-FESMED.
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