RASSEGNA STAMPA DOCTOR33

Contratto ospedalieri, Lorenzin spinge per tavolo sindacati-Aran

 

doctor33_12_02_2018

«Il ministro della Salute dovrebbe chiedere alla collega della Funzione Pubblica come mai ancora non abbia dato all’Aran la disposizione di convocarci per trattare il contratto della dirigenza. In ogni caso, se ci convocano “tanto per” o non ci convocano proprio, non c’è differenza, lo sciopero il 23 si fa. Se invece ci danno una tempificazione, una scaletta, cose concrete, le cose cambiano». Così il presidente Cimo Guido Quici dopo che Beatrice Lorenzin, all’approssimarsi dello sciopero dei sanitari Ssn, ha dichiarato di aspettarsi che l’agenzia contractor Aran convochi i sindacati “nelle prossime ore”. «Non c’è ulteriore tempo da perdere, i professionisti sanitari hanno diritto di avere il nuovo contratto», ha dichiarato la ministra della Salute, appoggiata da Costantino Troise. Il segretario Anaao Assomed però recrimina: «La dirigenza medica e sanitaria è stata scientemente messa in lista d’attesa, mentre la fase pre-elettorale favoriva la chiusura dei contratti di molti settori del pubblico impiego, il personale del comparto sanità stipulava una pre-intesa e la convenzione della medicina generale si avviava verso la conclusione». Duro Alessandro Vergallo (anestesisti Aaroi): «Non basterà la sola convocazione a fermarci. Non siamo disponibili a revocare le azioni di protesta messe in campo finché non avremo contezza di che cosa ci troveremo di fronte». Pina Onotri (Smi) invita a chiudere «definitivamente la fase dei rinvii, delle promesse, degli spot elettorali. I medici attendono da quasi 10 anni il nuovo accordo». 
Il contesto – Il testo da valutare con l’agenzia Aran è l’atto d’indirizzo approvato dalle regioni il 26 ottobre. La parte normativa comprende: parificazione degli incarichi tra percorso di carriera gestionale e professionale; nomine più snelle; riordino del salario accessorio da alimentare con gli scatti di anzianità del personale che si pensiona; revisione delle attuali disposizioni sui servizi di guardia medica e di pronta disponibilità alla luce dell’invecchiamento del personale ;”contratto individuale” da rafforzare prevedendo durata, retribuzione, condizioni di revoca; adeguamento dell’assicurazione alla nuova disciplina sulla responsabilità sanitaria; revisione dell’intramoenia e welfare (cioè conciliazione tra tempi di vita e lavoro e previdenza complementare). Per la parte economica erano previsti aumenti dello 0.36% nel 2016, 1.09 nel 2017 e 1.45 nel 2018 del monte salari più l’indennità di vacanza contrattuale per gli aumenti non percepiti dal 2010. Ma tutti insieme fanno metà degli 80 euro netti in busta paga mensile promessi dal governo. Le regioni chiedono al governo 800 milioni in più. La Finanziaria li “concepisce” (+3,48% finale su monte salari) ma non dice da dove tirarli fuori. In assenza, si può fare un contratto ponte?
«Il contratto-ponte non risolverebbe i problemi», dice Mauro Mazzoni, presidente di Simet e coordinatore di Fassid, federazione che raggruppa sigle specialistiche come radiologi Snr, laboratoristi Aipac, medici del territorio, psicologi Aupi, farmacisti Sinafo. «Dopo otto anni di blocco contrattuale abbiamo una dirigenza medica invecchiata, e ventuno sanità. Negli ospedali si va avanti a suon di incarichi precari. Senza un contratto sia economico sia normativo, si continuerebbe a non dare risposte né prospettive a medici, infermieri e altri sanitari. La sanità pubblica e i cittadini hanno esigenza immediata di evitare provvedimenti di mobilità o altre misure che avviliscano il personale, e di non creare una guerra generazionale come avverrebbe se tollerassimo più precarietà nelle fasce più giovani. Il personale deve avere le spalle più coperte in tema di responsabilità, sulle politiche di lavoro servono punti fermi da condividere in tutta Italia. No a livellamenti verso il basso».
Il comparto – Dalle dichiarazioni di Serena Sorrentino segretaria generale Fp Cgil, traspare che, pre-intesa o meno, l’andazzo non piace ai sanitari non dirigenti: «Come mai la Lorenzin non si prodiga per il comparto e non è mai intervenuta sul contratto del personale sanitario? Bene lo sblocco dell’atto di indirizzo sulla dirigenza ma lei è il Ministro della Salute e nella sanità ci sono altri professionisti che aspettano certezze. E’ scandaloso che la ministra si occupi solo di vaccini e medici quando il sistema sanitario è al collasso».

 

9 febbraio 2018