Infiermeristicamente

Napoli: prima manifestazione dei medici e dei cittadini verso lo sciopero del 17 e 18 marzo

E’ iniziato da Napoli, dalla Stazione Marittima, il ciclo di manifestazioni che i medici hanno programmato in vista dello sciopero del 17 e 18 marzo prossimi.

Oltre mille i partecipanti, in una sala gremita, per argomentare il dissenso verso le politiche sanitarie in atto.

Non solo le rappresentanze sindacali mediche (tutte presenti con rappresentanti nazionali e regionali), ma anche le associazioni dei cittadini, prima fra tutte Cittadinanza Attiva.

Nei molti interventi sul palco, chiari i cardini della protesta: definanziamento, mancanza di politiche sanitarie serie, stremo del servizio sanitario nazionale, differenziazioni su base regionale, deriva verso un sistema privatistico.

Secondo i medici il Governo e la Politica stanno mettendo in atto un programma che decreterà la fine del sistema sanitario pubblico nella sua definizione universalistica, compromettendo per i cittadini il diritto costituzionalmente garantito della tutela della salute.

Gli accorpamenti, i tagli lineari, il definanziamento o sottofinanziamento fanno parte di una strategia priva di una portante programmatica, non condivisa con le professionalità che mantengono in vita il sistema e, anzi, frutto di una scarsa inclinazione ad ascoltarne le istanze.

La Sanità, denunciano gli intervenuti, è la grande assente nel carnet di riforme che il Presidente del Consiglio Renzi ha decantato in occasione del secondo compleanno dell’esecutivo. Ma è la prima ad essere tirata in ballo quando si tratta di far quadrare i conti, soprattutto per ripianare i deficit altrui.

La tanto invocata razionalizzazione di fatto è un razionamento, deciso a tavolino senza tenere in considerazione i bisogni di salute ma con meri criteri ragionieristici.

Ci vanno giù pesante i medici, denunciando il declino del sistema sanitarioverso l’incapacità di rispondere alla domanda di servizi e la consegna della salute nelle mani dell’iniziativa privata, fino al punto di far divenire il sistema pubblico una seconda scelta e non il riferimento.

Con questo spirito e con queste premesse, le organizzazioni sindacali mediche annunciano che lo sciopero del 17 e 18 marzo prossimo è confermato. Si tratta di una manifestazione, sostengono, non volta a ottenere vantaggi per la categoria, ma a garantire il diritto alla salute ai cittadini e il diritto dei professionisti a esercitare le proprie funzioni.

Perplessità condivise anche dalle associazioni dei cittadini,Cittadinanza Attiva in primis.

Il sistema sanitario nazionale sta unendo medici e cittadini in quella che i manifestanti definiscono una lotta di civiltà, per ridare al nostro sistema la dignità e i livelli di qualità che i cittadini meritano, si aspettano e hanno diritto di avere, riportando l’Italia al suo posto in Europa, dove invece negli ultimi anni è scivolata nelle retrovie in quanto a qualità del sistema e di investimento pro-capite.

Rinforzo delle dotazioni finanziarie, sblocco delle assunzioni, riorganizzazione seria e ponderata dei servizi, riconoscimento dell’esercizio delle prerogative professionali sono i passi da compiere per risalire la china.

Il movimento di sensibilizzazione ai temi del dissenso medico continuerà facendo tappa al centro Italia a poi al Nord, fino a sfociare nelle manifestazioni dei giorni dello sciopero.

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