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LA LIBERA PROFESSIONE DEL MEDICO DIPENDENTE: LA STORIA

La Libera Professione dei Medici dipendenti è stata da sempre terreno di scontro ideologico tra coloro che la ritenevano cosa buona e giusta, oltreché garantita per legge, e coloro che per dogma la ritenevano peccato, forse anche mortale. E così, avendo prevalso nella nostra cultura più il senso del Peccato (di natura Cattolica) che quello liberale (laico-progressista), abbiamo dovuto assistere al seguente Rosario di Provvedimenti:

  1. a) Nel 1992 viene introdotta con il rapporto unico l’incompatibilità tra lavoro a tempo definito e quota parte di attività medica svolta in convenzione e/o L.P., così da rompere l’integrazione Ospedale Territorio che era nei fatti e che ora si tenta faticosamente di ricostruire. Nulla importava che i medici a tempo definito costassero meno e rendessero di più. Ogni ideologia ha bisogno dei suoi Martiri.
  2. b) Nel 1996 la rigida distinzione con reciproca incompatibilità tra L.P. intramuraria (rapporto esclusivo) e L.P. Extra Moenia, senza peraltro preoccuparsi della carenza delle strutture, attrezzature e personale idonei ed adeguati all’interno delle strutture sanitarie pubbliche per consentire, a tutti coloro che ne avessero avuto la capacità, la volontà e le possibilità, l’esercizio di tale attività. E così l’opzione tra le due scelte, che avrebbe dovuto essere libera, è diventata “coatta“ a favore della L.P.I.M. (che l’allora ministro ha anche voluto rendere irreversibile, alla guisa di un matrimonio religioso), attraverso una serie incredibile di vessazioni economiche e normative, ed in prospettiva anche previdenziali, imposte a chi avesse avuto l’impudenza di scegliere l’extramoenia (niente indennità di esclusività, niente responsabilità di struttura, niente retribuzione di risultato, quota irrisoria della retribuzione di posizione, ferma oggi ai valori del 2003).
  3. c) Circa l’indennità di esclusività, di evidente significato risarcitorio-consolatorio, c’è da dire che essa ha privilegiato soprattutto chi non aveva mai fatto L.P. (e che hanno continuato a non farla), creando un sovraccarico di costi impropri per il SSN.
  4. d) E così quella minoranza del 5-10 % di medici dipendenti eroici, che hanno tuttavia scelto la L.P. Extra moenia nei propri studi, si sono visti impediti anche nel ricoverare e continuare a seguire, i loro clienti-pazienti, negli ospedali pubblici in regime di degenza, qualora i pazienti stessi avessero avuto bisogno di qualcosa di più di una prestazione medica ambulatoriale e non fossero strati in grado di sostenere una prestazione ed un ricovero integralmente a proprie spese. Grande regalo alle strutture private: regalo o scelta?
  5. e) Ma nel 1999/2000, obtorto collo, si è dovuto consentire per carenza di strutture adeguate nella Ospedalità Pubblica, la cosiddetta L.P. intramuraria allargata per la sola attività ambulatoriale.
  6. f) Nel 2004 cambia lo scenario politico e l’allora Ministro tenta di porre un qualche correttivo rendendo almeno reversibile la scelta e consentendo la Direzione di struttura anche a chi avesse optato per l’extra. Ovviamente nell’Italia dei Comuni e delle Regioni autonome alcune hanno legiferato in modo diverso in barba all’unità d’Italia e alla unicità del SSN.

Rispetto a questo aspetto di autonomia delle regioni sul modello organizzativo si è dovuto in questi anni registrare senza tema di smentita che vi sono 20 SSR in Italia quante sono le regioni. Alla faccia della Costituzione che recita che tutti i cittadini italiani hanno pari diritti in tema di salvaguardia della salute, fatto salvo che ognuno la garantisce organizzandola a modo suo con evidenti sperequazioni tra nord e sud, est ed ovest, ma riusciamo a essere diversi persino nella stessa regione, città, azienda con più presidi, perché la legge si interpreta e si piega a seconda delle esigenze. Tanti sforzi per restare in Europa pochi per unificare l’Italia, sino a forme odiose di discriminazione specie quando si riesce a definire regione canaglia chi ha dovuto sostenere il sistema di tutela della salute e del lavoro in uno scenario di sottosviluppo e precarietà.

  1. g) Ma nel 2007 la Legge 120, colta dal libro dei sogni, ha iniettato nel sistema della L.P. una ulteriore dose di utopia, burocrazia e illiberalità: le P.A. avrebbero dovuto in 18 mesi realizzare le strutture idonee alla pratica della L.P. non predisposte nel decennio precedente, gli ospedali avrebbero provveduto anche a prenotare la L.P. a ridiscutere i compensi ecc.

Il tutto rinviato a data da destinarsi e da qui, incapaci di legiferare e fare chiarezza si sono susseguiti sette anni di proroghe, rinvii che hanno creato un clima di incertezza in coloro i quali costretti alla L.P.I.M. allargata avessero voluto investire in tecnologia ed aggiornamento. (1. Continua)

 

 

Giuseppe Riccardo Spampinato

Segretario Reg. CIMO Sicilia