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Sbarca alla Conferenza Stato Regioni il Dpcm sul precariato medico (Panorama Sanità)

Arriva alla Conferenza Stato Regioni lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, con cui si dà attuazione a quanto disposto dall’articolo 4, comma 10, del decreto legge 31 agosto 2013 n. 101 “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni” convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013 n. 125.

“Il provvedimento, elaborato all’esito di un complesso iter che ha previsto l’interlocuzione con i Ministeri dell’economia e delle finanze e della semplificazione e pubblica amministrazione, una volta acquisita l’intesa della Conferenza” spiega il ministero della Salute, “permetterà l’avvio di procedure concorsuali riservate al personale precario degli enti del Servizio sanitario nazionale. Si tratta del primo fondamentale passo per ridurre il precariato nel settore sanitario, ove il blocco del turn-over ha negli ultimi anni imposto il ricorso a forme di lavoro flessibile al fine di garantire l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza”. «È un primo passo molto importante, già concordato con le Regioni nell’ambito del Patto della Salute, per ricominciare a dare stabilità e sicurezza a chi opera negli ospedali italiani con fatica e sacrificio» ha commentato soddisfatta il ministro Lorenzin lo scorso 22 dicembre, giorno in cui ha trasmesso lo schema di decreto. «Nei prossimi giorni sarò impegnata a studiare ulteriori interventi anche normativi, nell’ambito del riordino degli enti vigilati e nel settore della ricerca. Ridurre nelle aziende ospedaliere altre sacche di precariato deve essere un nostro obiettivo».

Cassi (Cimo): «Finalmente sbloccato il Dpcm per i contratti a tempo determinato. Adesso risolviamo la drammatica questione del precariato atipico».
«Il Dpcm con le regole dei concorsi riservati ai colleghi a tempo determinato, adesso in Conferenza Stato Regioni, non risolve certo la gravissima questione del precariato medico, ma consentirà comunque a molti colleghi il passaggio ad un contratto a tempo indeterminato» commenta Riccardo Cassi, Presidente della Cimo che aggiunge «Come al solito i giovani medici pagano lo scotto di un gravissimo ritardo non del tutto imputabile al Governo, ma anche a chi ha cercato di introdurre norme non compatibili con la delega attuativa prevista dal DL 101/2013. Adesso però occorre affrontare la questione con serietà e concretezza senza dare false illusioni. Servono soluzioni in grado di dare stabilità alle migliaia di medici che la miopia di Mef e delle Regioni sta condannando alla precarietà da anni. Lo strumento esiste: l’art. 22 del Patto della salute attualmente all’esame del tavolo tecnico Governo – Regioni oltre alle questioni relative alla formazione, all’accesso al Ssn, al recupero di una carriera professionale ed alla determinazione dei fabbisogni, prevede uno specifico punto anche sul precariato. Cimo assieme ai sindacati di Alleanza per la Professione Medica ha presentato una prima proposta sull’art. 22, che l’8 gennaio sarà ulteriormente implementata. Sappiamo che il Ministro Lorenzin ed il suo staff sono impegnati in prima persona nell’attuazione di quanto il Patto prevede. Auspichiamo però» conclude Cassi «che anche il Mef ed il Miur facciano la loro parte per un ammodernamento del Ssn ed un suo avvicinamento a quanto avviene già nel resto di Europa».