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CASSI (CIMO), riformare la carriera del medico (Doctor 33)

Una categoria frustrata e sottomessa a regole e procedure che niente hanno a vedere con la professione medica. È questa la descrizione dei medici dipendenti fatta dal presidente di Cimo Asmd Riccardo Cassi in occasione del convegno “Medico Oggi, una professione in cerca d’autore”. «La legge 502 del ’92 che ha attribuito ai medici del servizio sanitario nazionale una qualifica dirigenziale ha stravolto la figura del medico dipendente e se non ci saranno gli interventi che chiediamo la Riforma Madia della dirigenza pubblica aggraverà irreversibilmente una situazione che è già al limite» sottolinea la nota del sindacato. La proposta di Cassi è quella di una nuova carriera medica dopo che la legge 229 ha «appiattito tutti i medici dipendenti in un unico livello giuridico, senza riconoscergli la peculiarità della professione che è naturalmente diversa da qualsiasi altro dirigente della pubblica amministrazione». Per il presidente di Cimo «è arrivato il momento di rivedere questa riforma ormai superata e cominciare a pensare di rivalorizzare la componente professionale rispetto a quella professionale. Questa è la nostra scommessa – afferma Cassi –  servirebbe una riforma che preveda il riconoscimento di una categoria speciale professionale, ma nell’attesa occorre introdurre da subito modifiche significative per differenziare una dirigenza prevalentemente professionale dalle altre tipologie di dirigenza pubblica». Attualmente l’organizzazione delle aziende sanitarie va sempre più verso il modello dipartimentale con una condivisione di risorse ed attrezzature, continua la nota «ed è possibile prevedere che il capo di dipartimento abbia una funzione organizzativa e gestionale. Per garantire invece la funzionalità dei reparti o di un qualsiasi altro servizio sanitario è necessario che l’attuale direttore di struttura sia anche il leader professionale dell’equipe medica. Per tutti gli altri medici è prevista una carriera con specificità riguardanti solo ed esclusivamente la professione medica. «Questo significa che la carriera dei medici dipendenti deve tener conto delle peculiarità che derivano, non solo da un percorso formativo di elevata specialità, ma soprattutto da un’attività che richiede elevate competenze tecniche  rivolte prevalentemente ai processi decisionali e gestionali di natura clinica-assistenziale – prosegue il Presidente Cimo Asmd – l’obiettivo del Convegno è confrontarsi con le istituzioni per definire quale deve essere oggi il ruolo del medico e chiedere norme nazionali chiare e uniformi che indichino i livelli di carriera, i requisiti e le modalità di verifica, correlate alla sua nuova funzione». (M.M.)