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Quici (Cimo): “Rossi vuole imbavagliare la libera professione. Chiediamo rispetto per i medici”

05 NOV – “Ci risiamo! Il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi intende, come più volte annunciato in passato, ‘fare una cosa davvero di sinistra: abolire la libera professione intramoenia’. Un’ossessione che dura dai tempi in cui si accusava la libera professione ‘fonte di diseguaglianze e di corruzione’ facendo intendere che i medici toscani sono la causa di tutti i mali, soprattutto dei lunghi tempi di attesa”. Ad affermarlo, in una nota, il Presidente Nazionale della Cimo, Guido Quici.
 
“Eppure, di recente – prosegue Quici – sembrava che lo stesso Governatore avesse criticamente rivisto la propria posizione chiedendo proprio ai medici un aiuto per abbattere le liste di attesa ma, evidentemente, ha preso il sopravvento quel populismo che, di fatto, ‘distrae’ i cittadini dalla verità. E, allora, perché il Governatore Rossi, non dice che esiste una gravissima carenza di personale medico, lo stesso che, a malapena, riesce a garantire le turnazioni in guardia; lo stesso che non è in grado di usufruire delle proprie ferie, anzi è costretto a fare migliaia di ore aggiuntive; e che molti medici sono usciti volontariamente dalla sanità pubblica perché esasperati dalle condizioni di lavoro?”.

 

Per Quici “la verità è che senza i medici non si possono erogare le prestazioni e, certamente, il voler limitare, anzi ‘imbavagliare’ la libera professione, non garantisce affatto la riduzione dei tempi di attesa ma l’acuisce inducendo il cittadino a rivolgersi alle strutture private o fuori regione”.

“A Rossi chiediamo di avere rispetto per tutti i medici 
che fino ad oggi hanno consentito alla sanità toscana di garantire una buona assistenza sanitaria in tempi piuttosto difficili; intanto, come Cimo, attendiamo ancora di conoscere l’entità degli accantonamenti regionali per il rinnovo del contratto di lavoro 2016-2018”, conclude Quici.

 
05 novembre 2018
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