RASSEGNA STAMPA

SANITA’: INDAGINE CIMO, BUROCRAZIA VINCOLA 80% MEDICI, FUTURO PREOCCUPA 30% 


adnkronos

Troppa burocrazia per l’80% dei medici, che si sente vincolato in ogni atto quotidiano, sia di tipo amministrativo che clinico. Il 93% non è soddisfatto dell’attuale stato giuridico del medico perché non rappresenta il suo ‘vero’ lavoro e questo va a inficiare il rapporto con i pazienti: verso di loro il 39% confessa di essere sulla difensiva. Non solo. Il 30% non ha chiaro il futuro del medico e il 61,4% immagina un’involuzione della professione.     

 

  E’ la fotografia scattata dalla Cimo, che ha condotto un’indagine fra 3.313 medici dipendenti per indagare il loro rapporto con la professione, in vista del congresso del sindacato, dal titolo #Liberalaprofessione -Tra scienza medica e medicina amministrata, a Firenze dal 21 al 23 settembre.   

 

    “Abbiamo voluto chiedere ai nostri colleghi dipendenti del Ssn, cosa pensano del loro lavoro – commenta Riccardo Cassi, presidente uscente Cimo – Dai risultati emerge una categoria che vuole essere riconosciuta per la propria professionalità, che chiede con forza un’autonomia giuridica e contrattuale e riconosce come interlocutore privilegiato, tra le istituzioni, il ministero della Salute”.

 

Molto teso il rapporto tra medico e direzione amministrativa: il 70% ha dichiarato di sentirsi in contrasto e di doversi sempre difendere. “Nei mesi scorsi, politici di vecchi e nuovi partiti hanno dichiarato che la libera professione è la causa delle liste di attesa. Così abbiamo chiesto ai nostri colleghi cosa ne pensassero – continua Cassi – e il 43% ha risposto che non esiste alcuna correlazione, mentre il 38,5% attribuisce la causa delle liste di attesa alla cattiva organizzazione delle aziende sanitarie”.     

 

  Se l’attuale contesto socio-economico preoccupa e il futuro fa paura, la soluzione auspicata dai medici intervistati consiste nell’avere come interlocutore privilegiato il ministero della Salute (68,7%), prima delle Regioni a cui vogliono far riferimento solo il 22% e prima anche della Funzione pubblica, riconosciuto solo dal 9,2%, e nell’avere un’area contrattuale autonoma, richiesta dal 90% di quelli che hanno risposto al questionario.      

 

“I medici scelgono questa professione per curare le persone e, nonostante la demotivazione derivante dalle riforme fallimentari degli anni ’90 – conclude Cassi – il 70% dei medici intervistati sceglierebbe ancora questa professione. È compito del sindacato ricreare le condizioni, perché possano farlo nelle migliori condizioni possibili”.