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Febbraio 2012

CIMO Informa

CIMO ASMD: EVITIAMO IL DEFAULT DEL S.S.N. CERCASI POLITICA DISPERATAMENTE

Ogni giorno c'è una notizia sullo sfascio del S.S.N. Gravissimi episodi di malasanità, buchi in bilancio e malaffare anche in Regioni fino ad ieri ritenute virtuose, condizioni sempre più drammatiche degli ospedali italiani.

E la politica cosa fa? Governo e Regioni vanno avanti da settimane con il nuovo Patto per la Salute discutendo su chi deve avere un pezzo di torta più grosso da sperperare, il Parlamento trascina un disegno di legge sul Governo Clinico con il quale cerca di mettere toppe ad un sistema senza poter intervenire sui problemi veri e il Ministro Balduzzi, tra i mille problemi da risolvere, fa cadere sui medici e sulle aziende la questione dell'intramoenia.

Prendiamo atto che anche in Sanità siamo prossimi al default e predisponiamo un piano nazionale di riordino del S.S.N. Sospendiamo il titolo V, la 229 e progettiamo un nuovo sistema nel quale i Medici tornino a fare i Medici, cioè a prendere decisioni in materia clinico-assistenziale e non siano più vittime e strumenti di un'aziendalizzazione fatta solo di tagli e sprechi.

Dopo la riforma del titolo V del 2001 la Sanità non ha più padri, ogni Regione pensa alle proprie questioni, il Parlamento è inibito dal legiferare e il Governo approva solo tagli. Eppure stiamo parlando dell'8% del PIL, e della salute dei cittadini.

Vogliamo porre la Sanità al centro dell'attenzione politica? Prendere atto che la riforma costituzionale è stato un errore e che la riforma del S.S.N. del 1999 ha fallito nei suoi obiettivi, riuscendo solo a marginalizzare e demotivare i medici e gli altri professionisti?

Si voleva escludere la politica ed oggi le carriere dei professionisti sono lottizzate come fossero CdA delle municipalizzate; non si riesce a riorganizzare la rete ospedaliera ed il territorio perché i poteri locali si oppongono, non si riescono ad imporre standard di costi e di modelli organizzativi perché limitanti il potere delle Regioni. Se dopo 12 anni il sistema ha portato a tutto questo vuol dire che è obsoleto e non riflette più le esigenze della società. Prima ne prendiamo atto e prima potremo trovare soluzioni adeguate.

ROMA POLICLINICO UMBERTO I - CIMO-ASMD: NON POSSONO ESSERE I MEDICI A PAGARE PER IL DISSESTO DEI DEA DEL LAZIO

“Basta scaricare le responsabilità, non è giusto che siano i medici a pagare per il dissesto dei DEA ospedalieri del Lazio. Anche loro, come i pazienti, vivono quotidianamente l'inferno organizzativo e sono vittime di un sistema che li ha ridotti a uno stato di schiavitù per utilizzarli solo come capri espiatori di malefatte altrui”. Così ha dichiarato il Segretario Regionale CIMO-ASMD del Lazio Giuseppe Lavra dopo la sospensione dei due medici del Policlinico Umberto I di Roma, rivendicando “il diritto di conoscere la motivazione del provvedimento, annunciato pubblicamente ma senza dare spiegazioni”. “Il dissesto dei DEA viene da lontano e non è certo con le diagnosi approssimative dell'Onorevole Ignazio Marino che si affronta seriamente il problema per trovare una corretta soluzione - ha dichiarato Lavra - la CIMO non è più disponibile a tollerare che siano ancora e sempre i medici a pagare e rivendica con forza che si allontani qualsiasi sospetto sulla correttezza dei colleghi che operano ogni giorno in prima linea nei Pronto Soccorso”.

CONFERMATA LA PROROGA INTRAMOENIA ALLARGATA / CIMO-ASMD: SIAMO INDIGNATI

Il Senato è rimasto sordo alle richieste dei Medici ed ha confermato la proroga al 30 giugno per la Libera Professione Allargata pur sapendo che le Regioni non sono in grado di garantire l'attività intramoenia ai propri medici.

Adesso l'azione sindacale si sposta nelle Regioni che hanno boicottato fino ad oggi tutti i tentativi di dare una soluzione organica all'ALPI (Attività Libero Professionale Intramoenia).

CIMO-ASMD a tutela dei propri iscritti e della categoria verificherà Azienda per Azienda che ci siano le condizioni per permettere quell'attività che è un diritto del medico ed un servizio al cittadino.

Rimane lo sconcerto perché si sia voluto penalizzare ancora una volta e senza alcun vantaggio per il S.S.N., anzi con un danno economico, una categoria che da due anni subisce pesanti ed iniqui provvedimenti e che ciò nonostante continua a garantire la tutela della salute dei cittadini. La pazienza dei Medici è agli sgoccioli.
Invitiamo il Governo e le Regioni a correggere un clamoroso errore. Ci sono tre mesi di tempo.

CIMO-ASMD: SULLA RESPONSABILITA' CIVILE DEI MAGISTRATI

Perché i Medici del S.S.N. devono risarcire personalmente i danni ai cittadini e per i Magistrati deve pagare lo Stato, cioé i cittadini stessi? Sorprendono le reazioni negative al voto di ieri alla Camera sulla responsabilità civile dei magistrati che elimina di fatto un privilegio riservato solo a quella categoria. Per tutti i dipendenti pubblici lo Stato si deve rivalere delle somme risarcite in caso di danno per “per colpa grave”. Solo per i Magistrati questo non avviene.

Le regole devono essere uguali per tutti. Se il Parlamento dovesse rimangiarsi questa decisione, CIMO-ASMD chiederà con forza equità e giustizia per i Medici che quotidianamente devono prendere decisioni non meno importanti, nelle quali è in gioco la salute, se non la vita, del paziente e che, al pari di quelle assunte dai Magistrati, non possono e non devono essere condizionate da fattori economici.

L´INTERSINDACALE SCRIVE A MARIO MONTI

Gli allarmanti fatti di cronaca di questi giorni documentati in vari Dipartimenti di Emergenza e Accettazione di Roma, hanno messo in luce la grave situazione in cui versa il S.S.N. Le difficoltà operative e le lacune organizzative del sistema emergenza non sono che la punta di un iceberg di una crisi che investe tutta la sanità pubblica italiana e che compromette alle radici il diritto alla salute dei cittadini sancito dalla Costituzione.

I ripetuti tagli alla Sanità operati negli ultimi anni, i tagli dei finanziamenti alle Regioni, che hanno colpito i servizi sociali ed assistenziali, trasferendo competenze improprie al servizio sanitario pubblico, i piani di rientro delle Regioni in disavanzo, la drastica riduzione del numero dei posti letto ospedalieri, che ha portato la dotazione disponibile al di sotto dei maggiori e più sviluppati paesi europei, hanno gravemente limitato le funzioni del S.S.N. e ridotto il raggio di copertura dei bisogni di salute dei cittadini.

Il blocco del turn-over unitamente all'esodo pensionistico del personale sanitario verificatosi negli ultimi anni, hanno procurato profonde carenze delle dotazioni organiche dei medici e dei sanitari aggravando in modo sempre più insostenibile le loro condizioni di lavoro. Il continuo ricorso a contratti atipici per sostenere una domanda di salute non comprimibile, non ha fatto che allargare il numero di medici costretti a lavorare in perduranti condizione di instabilità, privati di diritti e futuro.

Il ritardo di programmazione ed organizzazione dei servizi territoriali unitamente alla chiusura di ospedali, in assenza di una valida riorganizzazione della rete ospedaliera, ha creato pericolosi vuoti di assistenza, nel quale sono destinati a precipitare sempre più consistenti strati della popolazione, a cominciare dai più deboli come gli anziani ed i malati cronici.

Tutto questo fa si che la sanità italiana sia sempre più lontana dagli standard europei e che sia sempre più marcata la sperequazione nella tutela della salute tra cittadini di diverse Regioni. Oggi solo sei Regioni sono in grado di assicurare i livelli essenziali di assistenza.

Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica e sanitaria sono convinte che non sia possibile uscire dalla crisi se non con una visione globale dei problemi della sanità italiana, prevedendo una radicale politica di cambiamento che interessi tutti i settori del S.S.N. che coinvolga in prima persona i medici ed i dirigenti sanitari che della tutela della salute dei cittadini sono i primi garanti.

I Medici ed i dirigenti sanitari del S.S.N. che hanno dimostrato in più occasioni con il loro senso di responsabilità e con le loro doti professionali di essere spesso l'ultimo baluardo di difesa di una sanità pubblica universale ed equa, chiedono alle SS.LL. un intervento urgente che affronti con rinnovato slancio e fiducia la crisi del Servizio Sanitario Nazionale e che sappia trovare le soluzioni più efficaci per assicurare a tutti i cittadini il diritto di essere curati secondo i propri bisogni indipendentemente dalle loro condizioni economiche e dal loro luogo di residenza.

CONVOCATI IL 28 E 29 FEBBRAIO I TRE TAVOLI TECNICI MINISTERO-SINDACATI

In attuazione delle intese intercorse durante l'incontro del 18 gennaio scorso tra il Ministro Balduzzi e i Sindacati di categoria, il Ministero della Salute, ha istituito e convocato i tre tavoli tecnici. Il primo incontro è fissato per martedÌ 28 febbraio 2012 sulla "Responsabilità professionale" e su "Precariato ed accesso al sistema"; il 29 febbraio 2012 su "Cure Primarie e integrazione ospedale-territorio".

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