Anno I - numero 1 - 2 Luglio 2014
 
 
CIMO perde l’ASMD e sceglie un nuovo logo
A sottolineare e definire la centralità della professione nel lavoro del Medico

L’assemblea nazionale ha deciso un ritorno alle origini. CIMO ASMD è tornata ad essere solo CIMO.

È stata una decisione coerente con l’obiettivo del sindacato di riportare il medico al centro del sistema salute e di privilegiare di conseguenza gli aspetti peculiari della professione contro l’omologazione dirigenziale che li ha sviliti. ASMD significava infatti Associazione Sindacale Medici Dirigenti ed era stata associata al nome originale in conseguenza della riforma, ma non era mai entrata realmente nel sentire comune degli associati e del mondo sanitario; spesso infatti veniva distorta o non menzionata.
"Torniamo quindi ad essere CIMO come quando siamo nati - spiega il Presidente, Riccardo Cassi - con una differenza: non è un acronimo, quindi abbiamo aggiunto come identificativo “il sindacato dei medici” per evidenziare la nostra scelta di non confondersi con altre categorie professionali con lo scopo di poter difendere al meglio la specificità della nostra professione. Abbiamo conseguentemente cambiato il logo, togliendo la H che circoscriveva all’ospedale la nostra rappresentanza ed inserendo il bastone di Esculapio, simbolo della professione medica".
La Riforma della PA che esclude i medici dal ruolo unico della dirigenza offre un occasione unica per restituire al medico un ruolo centrale nel SSN, buttandosi alle spalle 20 anni di omologazione con le altre dirigenze e la profonda demotivazione dei professionisti alla quale oggi assistiamo.
La questione medico che CIMO ha posto per prima due anni fa ed ha riproposto come tema centrale del proprio Congresso elettivo di settembre scorso sembra oggi essere condivisa da molti. Abbiamo presentato una proposta di stato giuridico e di carriera aperta a tutti i contributi: facciamo appello agli altri sindacati a sedersi già da domani ad un tavolo per disegnare in una "Costituente Medica" i principi ai quali deve ispirarsi il ruolo del Medico del SSN partendo dalla formazione, passando per i requisiti di acceso, proposte concrete per il superamento del precariato, condizioni di lavoro e progressione di carriera peculiari e rimotivanti.
La crisi ha profondamente cambiato l’Italia che conoscevamo, certi vecchi riti e schemi non reggono più; raccogliamo l’appello a ridisegnare l’offerta sindacale, ma questa può avvenire solo partendo da proposte comuni ispirate ad una visione comune della professione.

 
 
Dopo l’approvazione del Patto per la Salute subito un confronto con Ministero e Regioni
Cassi: "L’approvazione del Patto è un passo avanti ma il Ministro non si dimentichi di coinvolgere i medici"

L’accordo sul Patto per la Salute è un momento fondamentale per la sanità pubblica, dopo anni di incertezza occorreva dare infatti punti fermi. Un giudizio definitivo potremo darlo solo dopo aver letto il testo definitivo in approvazione alla Conferenza Stato - Regioni. Dopo l’accordo tra le istituzioni però chiediamo un confronto immediato con Ministero e Regioni. L’applicazione delle norme non può avvenire senza il coinvolgimento dei medici.
Oltre al Patto vogliamo infatti anche affrontare il tema della riforma della PA cha ha escluso i medici dal ruolo unico della dirigenza. Occorre dare risposte concrete e rapide alla questione medica in tutti i suoi aspetti (formazione, accesso, condizioni di lavoro, carriera) che non sono risolvibili con l’attuale normativa. Non si può pensare ad un contratto solo rattoppando norme che si sono dimostrate fallimentari e per di più senza risorse.
Oggi abbiamo un’occasione unica, lasciarsela sfuggire significherebbe continuare ad affossare la categoria; dobbiamo creare le basi per ridare un futuro ed un ruolo ai medici, che tenga conto della peculiarità della professione.
Ci rivolgiamo quindi al Ministro Lorenzin che in più di un’occasione ha mostrato di essere sensibile a queste tematiche e le chiediamo di convocarci al più presto.

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