Testata-Panorama-della-Sanità-12-2018

Cimo chiede immediata apertura del Contratto medici per 2019-2021

Inviata ad Aran e Comitato di Settore proposta di piattaforma contrattuale. “Azione coerente e contestuale a denuncia a Corte Europea e a iter per class action”.

 

Il sindacato dei medici Cimo, dopo la denuncia alla Corte Europea e l’avvio di una class action per il riconoscimento del contratto 2016-2018 della dirigenza medico/veterinaria, ha chiesto oggi all’Aran e al Comitato di Settore/Sanità l’apertura immediata del nuovo contratto per il triennio 2019-2021, accompagnando la domanda con la proposta di piattaforma già elaborata da Cimo come precedente base di negoziazione. “La piattaforma, al momento – spiega la Cimo – è incentrata sulla parte normativa del contratto ma sarà successivamente integrata non appena saranno rese note – sperabilmente in tempi certi – le disponibilità finanziarie di tale tornata contrattuale. Cimo, considerando per dovuto il riconoscimento di quanto spettante per legge sul contratto 2016-2018 e oggetto delle iniziative giudiziarie attivate il 2 gennaio 2019 all’indomani dello scadere dei termini per tale rinnovo, ricorda che il contratto 2019-2021 dovrà tenere ulteriormente conto delle integrazioni disposte dalla legge 145/2018 sul monte salariale”. «Stiamo seguendo con passi concreti e rapidi quanto per mesi abbiamo denunciato nella totale mancanza di risposte e decisioni da parte dei nostri interlocutori, Aran e Regioni», afferma Guido Quici, presidente nazionale Cimo. “Il nulla di fatto sul contratto 2016-2018 celebra un decennio di latitanza datoriale sul tavolo negoziale, tentando di ridurre le relazioni sindacali a un mero simulacro” scrive Quici nella lettera odierna inviata ad Aran e Comitato di Settore/Sanità, aggiungendo che “l’ulteriore protrarsi del Vostro silenzio costringerà la nostra Organizzazione ad elevare il livello di interlocuzione e a mettere in campo tutti gli strumenti di lotta sindacale per riproporre al centro dell’attenzione la questione della sanità pubblica del Paese e del trattamento riservato ai suoi essenziali protagonisti, i medici”.

 

07/01/2019