COMUNICATO STAMPA

CIMO, SENZA DIGNI EMENDAMENTO SU INCARICHI A MEDICI CON CONTRATTI AUTONOMI

 

Roma, 3 dicembre 2018 – “Senza dignità”: è questo, secondo il presidente di CIMO medici, Guido Quici, il nome dell’emendamento alla legge di Bilancio che darebbe la possibilità alle aziende sanitarie di conferire incarichi individuali a medici attraverso un contratto di lavoro autonomo, anche per lo svolgimento di funzioni ordinarie.

 

“Una tale proposta evidenzia infatti l’assoluta improvvisazione su questioni di natura gestionale i cui risvolti saranno del tutto imprevedibili e a danno dei cittadini”, dichiara Guido Quici, Presidente Nazionale CIMO. “Innanzitutto, un simile provvedimento mette a rischio la continuità delle cure e la costanza della relazione medico-paziente. In secondo luogo, facilita la propensione al clientelismo nell’assegnazione degli incarichi, dando così ai direttori generali il via libera alla stipula di contratti di lavoro autonomo con medici non strutturati. Terzo, porta ad aumentare esponenzialmente la commistione pubblico-privato, dato che i liberi professionisti così coinvolti potrebbero utilizzare le strutture pubbliche per “drenare” pazienti e prestazioni verso il privato. Quarto, certifica l’approccio demagogico sul tema della libera professione dei medici dipendenti: pur di non sfatare la narrazione politica per cui le lunghe liste di attesa sono causate dai medici, si vuole impedire a questi di operare anche nella libera professione fuori orario di servizio. Infine, fatto più grave, dimostra che manca l’effettiva volontà di investire risorse nell’assunzione di medici stabili nel SSN, essendo più facile autorizzare contratti di lavoro autonomo, senza versare i contributi previdenziali della dipendenza. Se l’obiettivo intendeva essere quello di arginare l’emergenza da carenza di personale nella sanità, esistono già altri strumenti anziché questa fiera della superficialità che non valuta reali controindicazioni ed effetti collaterali. Siamo a questo punto ancora più convinti della necessità di continuare le nostre azioni di protesta e sciopero”, conclude il Presidente CIMO.


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