La Corte Europea respinge il ricorso avverso al Decreto/2015 Poletti per mancata perequazione delle pensioni dal 2012.

Corte Europea dei diritti umani

 La corte ha respinto il ricorso dei circa 10.059 pensionati avverso al decreto Poletti, anno 2015, per la mancata perequazione delle pensioni dal 2012.

La Corte Europea dei diritti dell’uomo ha definito “irricevibile “ il ricorso dei pensionati italiani.

Le motivazioni:

che la misura controversa non sembra avere avuto un impatto significativo per gli anni in questione: per il 2012 l’impatto negativo delle disposizioni criticate, che è nullo per le pensioni inferiori a circa 1500 euro, sale al 2,7% per le pensioni di oltre 3000 euro; un risultato simile può essere calcolato sul 2013”.

Per la Corte il Governo italiano ha “perseguito una causa di pubblica utilità” e che

“ridurre e modificare l’importo delle prestazioni fornite nell’ambito di un regime di sicurezza sociale rientra nel potere legislativo degli Stati”.

Di fatto i diritti acquisiti con la pensione, secondo i giudici, possono essere cambiati negli anni successivi sic!

Il tutto giustificato dall’opinione che il “ legislatore è dovuto intervenire in un contesto economico difficile” e che “ il decreto legge contestato mirava a realizzare un’operazione di ridistribuzione a favore delle pensioni di basso livello, preservando al contempo la redditività del sistema di sicurezza sociale per le generazioni future”.

 A tutto ciò aggiungiamo la presa di posizione del governo Conte che nel decreto Dignità (Di Maio), dopo i tagli dei vitalizi dei parlamentari, mira a tagliare del 10-12% i trattamenti superiori ai 4 mila euro netti mensili per circa 100 mila pensionati Inps che salirebbero a 110 mila se si includeranno anche i pensionati Enpam ed altre casse privatizzate, per un risparmio sperato intorno ai 600 milioni all’anno.

Da varie fonti giornalistiche le ipotesi di taglio potrebbero riguardare una platea di pensionati molto più ampia: 2000-3000 euro mensili che colpirebbe una grandissimo numero di cittadini in quiescenza…. Staremo a vedere ogni giorno si affacciano nuove ipotesi sempre più pessimistiche.

Forse è finito lo Stato di Diritto che garantiva ai cittadini la garanzia dei contratti stipulati tra il cittadino e lo Stato.

Prepariamoci ad un autunno molto caldo su questo fronte, ricorreremo in ogni sede per preservare i diritti di chi la pensione l’ha pagata fino all’ultimo centesimo sulla propria busta paga.

Il Coordinatore Nazionale Cimo Pensionati

Dott.Massimiliano Bucari