CIMO SU RIFORMA DEGLI ORDINI


Riforma degli Ordini? Un assalto alla diligenza

 

CIMO condivide totalmente la scelta della FNOMCeO di abbandonare i tavoli istituzionali per protesta contro il decreto Lorenzin.

 

Un disegno di Legge Delega che parte dalla sperimentazione clinica e dai comitati etici fino ad approdare alla riforma degli Ordini e delle professioni sanitarie trasformatesi in un vero e proprio “assalto alla diligenza”, visto il proliferare di ulteriori nuove figure professionali nell’ambito di un contesto, quello sanitario, divenuto terra di tutti a prescindere dai livelli di responsabilità.

 

Un testo che, da un lato, introduce elementi di concretezza in ambito deontologico, attraverso sanzioni per reati contro la persona connessi in danno di pazienti ricoverati ma, al tempo stesso, impedisce ai medici dipendenti di ottemperare ai propri doveri deontologici essendo prioritari i poteri delle aziende sanitarie in tema di organizzazione del lavoro secondo le direttive regionali e contrattuali.

 

In altre parole si abroga, di fatto l’art. 68 del Codice Deontologico attraverso una norma ad hoc contro chi intende difendere il proprio codice deontologico per salvaguardare la professione medica e la sicurezza delle cure.    

 

Ovviamente è l’intero impianto ad essere in discussione; tuttavia, proprio attraverso l’articolo 4, si concretizza il vero obiettivo denunciato dalla FNOMCeO che è quello di voler fortemente limitare l’autonomia professionale rendendola ostaggio di una amministrazione controllata dalla politica.

 

Non ci convincono le nuove modalità di elezioni, come non ci convince il Collegio dei Revisori la cui iscrizione al Registro dei revisori legali comporterà costi aggiuntivi per ciascun Ordine Professionale.

 

In altre parole l’ennesima ammucchiata di articoli e commi nell’ottica di una evidente involuzione della normativa.

 

 

GUIDO QUICI 

Presidente Nazionale CIMO


Pdf comunicato