Cimo chiede l’immediato reintegro dei medici di Nola sospesi due giorni fa dal Governatore De Luca. “Vigileremo attentamente affinché emergano le vere responsabilità dell’intera vicenda”


_logo-cimo[1]Come è stato accertato e da più parti confermato, i medici del pronto soccorso di Nola hanno svolto il loro lavoro in pieno rispetto della deontologia della professione e dei regolamenti previsti dalla struttura sanitaria, è per questo motivo chiediamo che vengano reintegrati al loro lavoro a partire da domani stesso.

 

Questa la richiesta chiara e precisa di Antonio De Falco, Segretario Cimo Campania, a seguito delle dichiarazioni del governatore della Campania.

 

Vigileremo con attenzione affinché emergano tutte le criticità del sistema sanità in Campania e affinché vengano riconosciute le vere responsabilità dell’intera vicenda. Poco fa su un social network il Governatore della Campania ha scritto che la sua contestazione non è stata fatta ai medici ma ai responsabili della struttura a cui De Luca addebita il non “aver avuto il potere e la capacità organizzativa nel trovare soluzioni alternative per gestire l’emergenza”. In questa situazione incresciosa, quello che non è stato capito, e sembrerà kafkiano ma è così, è che il vero problema, presentatosi nelle ore notturne, è stato la mancanza di barelle più volte richieste dai responsabili e mai fornite. Quale soluzione avrebbero dovuto attuare i responsabili? E non doveva essere certamente il vescovo di Nola a ricordare che la richiesta di barelle era stata fatta dagli stessi in tempi non sospetti. Appare del tutto evidente che in tale contesto le responsabilità da accertare sono sovra presidiali e riguardano l’intero sistema emergenziale della Regione Campania. 

 

Sappiamo benissimo che De Luca ha ereditato una sanità allo sfascio – continua De Falco – ma è da irresponsabili scaricare le colpe su chi lavora in trincea senza mezzi idonei e senza veri poteri decisionali.

 

Non voler reintegrare il primario della medicina d’urgenza e il responsabile del pronto soccorso, significa solo ed esclusivamente proteggere il proprio apparato di burocrati, incapace di governare i processi e soprattutto di prevenire le emergenze. Ci auguriamo che le commissioni d’inchiesta istituite e l’indagine aperta dalla Procura della Repubblica del tribunale di Nola, chiariscano chi e perché, nell’attesa dell’apertura dell’Ospedale del Mare, ha consentito la chiusura di pronto soccorso nella città e nella provincia di Napoli, senza rinforzare, in uomini e mezzi, i pronto soccorso rimanenti, e se ciò non ha determinato un deficit assistenziale in tale settore dell’emergenza. E inoltre chi e perché, nell’attesa dell’apertura dell’Ospedale del Mare si è ostinato e si ostina tutt’ora a non voler inserire a pieno titolo nel circuito dell’emergenza i due policlinici e l’ospedale Monaldi”. 

 

Chiediamo inoltre che vi sia trasparenza e controllo continuo in merito all’allocazione delle risorse ed il loro utilizzo, in particolare posti letto, personale e tecnologie.  Raccoglieremo, garantendo l’anonimato, ogni segnalazione, da parte di operatori sanitari o utenti, utile a fare un libro bianco sullo stato di salute e di trasparenza della nostra sanità.