Contrattazione decentrata. Bene, purché ci siano regole valide per tutti (Quotidiano Sanità)

 



Dr.ssa Cenci_1Gentile Direttore
,

il mancato riconoscimento dell’indennità di esclusività di rapporto ai dirigenti medici di prima nomina che abbiano maturato 5 anni di anzianità, è stata una brutta vicenda vissuta da quella generazioni di medici che hanno raggiunto tale diritto sancito per legge, tra il 2011 e il 2014.
 
È stata la conseguenza di una manovra finanziaria (legge n.22 30/7/2010) che, lasciando adito a più di un’interpretazione, ha fatto sì che vi fossero ampie variabilità di applicazione della stessa, non solo tra le diverse regioni, ma anche tra le aziende di una stessa regione. 
  
Ciò ha creato disparità di trattamento economico ma soprattutto una perdita di fiducia nelle istituzioni che non sono state capaci di tutelare la professionalità di quei medici che optando per il regime di esclusività, scelgono di mettere tutta la propria competenza a servizio di quel SSN che ancora oggi proprio per la capacità e la dedizione dei professionisti che ci lavorano, è tra i tre migliori al mondo (secondo la classifica Bloomberg). 
  
In Umbria siamo dovuti ricorrere in giudizio contro le aziende nelle quali e per le quali lavoriamo e non è bastato vincere in appello due ricorsi promossi dalla CIMO per convincere la Regione a deliberare nel merito. 
  
L’indennità di esclusività dopo i 5 anni, non è un automatismo di carriera. Il dirigente medico ha diritto a vedersi conferito un IP lettera c al maturare di 5 anni senza soluzione di continuità, questo lo dice la legge ed il contratto di lavoro !!!

 

Provati dall’esperienza passata, è con enorme attenzione che abbiamo quindi letto l’atto di indirizzo pubblicato dal giornale da lei diretto, nella parte in cui parla di incarichi professionali e di  indennità di esclusività. 
  
È positivo che si voglia lasciare spazio alla contrattazione decentrata, perché questo ci permette di riappropriarci del nostro ruolo proattivo come sindacato di soli medici.
Chiediamo con forza, però, che vengano dettate regole chiare e che queste vengano applicate in maniera omogenea da tutte le aziende di tutte le regioni d’Italia, nel rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro vigenti in materia. 
  
Ci aspettiamo dalle istituzioni che il rinnovo del contratto non peggiori la dura situazione che viviamo nelle singole aziende a causa del definanziamento subito in questi anni dal SSN per esigenze di finanza pubblica. 
  
Esigiamo che non si trasformi nell’ennesima occasione  per fare cassa a danno delle nuove generazioni di medici che dovrebbero essere invece quelle sulle quali tornare ad investire, come ha detto il Ministro della Salute alla terza conferenza della FNOMCeO a Rimini.

 
Cristina Cenci
Vice Segretario Regionale Vicario CIMO Umbria